Nuclear Blast |
A piccoli ma decisi passi, i Sabaton sono andati avanti con determinazione nel loro percorso artistico, componendo album sempre coerenti, ponderatamente evoluti, ma sempre improntati su uno spessore tecnico destinato a migliorarsi in modo costante. Se da un punto di vista lirico le tematiche dei Sabaton hanno nella guerra il loro punto di riferimento principale, da un punto di vista musicale la forza e l'incisività sono due delle caratteristiche che più riescono a distinguersi nel loro stile d'impatto teutonico a cospetto della loro nazionalità scandinava. Ed è nel timbro vocale di Joakim Brodén che si concentra il sound dei Sabaton, che ha in un cantale grintoso e rabbioso un punto di forza palpabile, supportato da ottime chitarre, tecniche e aggressive, oltre che da una sezione ritmica che picchia duro senza sosta alcuna. Non c'è versatilità in Heroes, album dove i brani cercando di colpire dritto il proprio obiettivo senza perdersi in fronzoli di alcun genere.
Heroes è un album difficile, ma comunque riuscito, dove a brani d'impatto, se ne accostano altri più complessi, che grazie a melodie intelligenti riescono comunque a lasciare il segno, come in Inmate 4859, strutturalmente uno dei brani di maggiore spessore del disco intero. Se Night Witches e No Bullets Fly sono brani che ben rappresentano il sound dei Sabaton, in Smoking Snakes viene fuori una dimensione epica che ricorda gli album storici della band. To Hell And Back grazie ai propri contenuti folk, sembra un remake più attuale di Cliffs of Gallipoli, mentre la title track mostra un lato inedito dei Sabaton, più poetico ed intenso. Heroes è un disco maturo, che di fatto conferma come i Sabaton vadano dritti per la propria strada senza lasciarsi influenzare da fattore esterni. Forse tra venti anni i Sabaton saranno ancora qui e ci regaleranno un nuovo Heroes, ma poco importa se i risultati saranno questi.
Voto: 8/10
Maurizio Mazzarella