KOZA NOZTRA - Intervista alla Band


Risponde Il Diacono:

Allora… !!! Proferiteci il vostro verbo e raccontateci bene bene le trame del concept che ha dato origine a  Cronaca Nera

-“Cronaca Nera” (parte 1 e 2) parla della “inevitabilità” del delitto. Si tratta di un concept che si svilupperà anche sul prossimo album “Sancta Delicta” che invece sarà incentrata sulla “religione” del delitto, soprattutto quello di Stato. Viviamo in un mondo che ha inventato il ‘delitto obbligatorio’, anche se poi predica il contrario perché è irrimediabilmente ammalato d’ipocrisia e di propaganda. Ti faccio un esempio, anzi due: se domani tutti gli automobilisti rispettassero ogni norma del codice della strada e non commettessero alcuna infrazione, il 90%  dei comuni italiani dovrebbe dichiarare bancarotta, visto che le multe sono la loro maggiore entrata. Altro esempio: tutti criticano il turismo sessuale in certi paesi ma, se domani nessuno lo praticasse più, l’economia di quei paesi crollerebbe e sarebbero il loro governanti a portarti le troie sull’uscio di casa... 

Questa è la prima parte, mentre la seconda? Come si dipanerà la narrazione? La state preparando?

-I pezzi sono pronti, come quasi tutti i brani che registreremo fino al momento del nostro scioglimento, dopo il quinto album. I Koza Noztra sono un progetto a termine, una volta detto tutto quello che c’era da dire, non ci trascineremo pateticamente a inventarci qualcosa che non viene spontaneo. Riguardo alla narrazione di “Cronaca Nera pt. 2”, la cosa importante è che solo dopo aver ascoltato l’outro finale “Post Scriptum: Segreti”, si capirà ‘cosa’ si è sentito fino a quel momento e il perché del titolo iniziale…

Perché questa scelta particolare di dividere in due parti quella che potrebbe essere un opera idealmente gustabile tutta d’un fiato?

-Ci sarebbe stato troppo tempo da aspettare e volevamo proporre queste canzoni prima possibile. Dividere in due gli album significa farli uscire prima e avere il tempo di registrare: la parte 1 dura poco più di 25 minuti. “Reign In Blood” degli Slayer ne dura 28... l’ideale per non rompere i coglioni a chi ti ascolta.

Chiaramente argomentazioni così distruttive sono lo specchio, come dicevamo in sede di recensione, di un decadimento sociale ad alto tasso di diffusione… C’è qualche fattore, situazione o accadimento particolare che ha particolarmente stuzzicato la vostra fantasia in questo senso? E secondo voi, siamo davvero senza speranza ?

-Distruttive? No, siamo solo realisti... Comunque, mi ricordo un episodio che bene rappresenta tutto questo... tempo fa un giornalista della Rai lesse una notizia in televisione. Fu l’unica volta che vidi un giornalista finalmente perplesso per le puttanate che gli stavano facendo dire. La notizia era questa: “Il Presidente dell'Afghanistan Karzai ha promesso agli alleati occidentali il massimo impegno nella lotta contro la produzione e l’esportazione di oppio, che attualmente rappresenta l’80% del prodotto interno lordo del suo paese...”. In quel momento ho capito che oramai anche il “Sistema” ha perso il controllo sulle sue stesse idiozie...

Parlando con i vostri fans, avete percezione che la vostra ironia, che in realtà nasconde delle verità più che sacrosante, venga colta col giusto spirito? La gente riconosce, tra le righe delle vostre liriche, il quotidiano vivere? Quanto i Koza Noztra vogliono far divertire e quanto vogliono far riflettere?

-Né l’una né l’altra cosa. Ognuno legge i nostri testi e li interpreta come vuole. Non ci saranno mai due percezioni uguali dei nostri pezzi. Non le abbiamo neanche tra noi, figuriamoci tra chi ci ascolta. Personalmente credo che il “giusto spirito” non esiste, perché non esiste quello “sbagliato”, del momento che ogni valutazione su un brano musicale è soggettiva. Però ci piace e ci lusinga molto discutere con le persone che incontriamo dei contenuti nei nostri brani e di come vengono recepiti. 

Raccontateci un po’ della vostra storia… E poi, come sono nati e cosa rappresentano i personaggi che compongono la band? 

-Ognuno di noi è un pezzo della cosiddetta “Italia che funziona” come da un verso del nostro primo pezzo “Cosche Italiane”. E qual è l’Italia che funziona? Ovvio: quella del malaffare politico (L’Onorevole) della finanza ecclesiastica (Il Diacono), dello strozzinaggio (Recupero Crediti), dei traffici illeciti (Il Trafficante) e dei regolamenti di conti (Calibro 9). 

C’è qualche aneddoto in particolare, accaduto durante i live o durante le registrazioni del disco, che ci volete raccontare?

-Più che un aneddoto, un rammarico. Abbiamo registrato per ben due volte il nostro secondo album “Tragedia Della Follia” senza mai ottenere il risultato che volevamo in termini sonori e di produzione. Purtroppo , non è stato facile trovare qualcuno come Carlo Leather Face (dei Toxic Basement Studio) che capisse realmente cosa volevamo fare e come ottenerlo. Ora siamo addirittura orientati a ri-registrare per la terza volta quel disco, anche se dobbiamo capire quando trovare il tempo...

In una precedente chiacchierata avevate detto che era nelle vostre intenzioni pubblicare un live o un dvd… Cosa ci dite in proposito?

-Pubblicheremo un live solo dopo il quinto e ultimo album, quando il progetto Koza Noztra si sarà esaurito.

Per quanto riguarda i concerti? Quali sono le vostre intenzioni, sempre in rapporto alle condizioni attuali della scena? Anzi visto che ci siamo, sentiamo anche cosa ne pensate…

-Facciamo pochi concerti e non ci interessa farne di più. All’inizio, abbiamo avuto diversi problemi con le censure, esperienze che ci hanno fatto capire che, se vuoi che una cosa sia fatta veramente bene, te la devi fare da solo. A noi interessa solo proporre il nostro spettacolo nella maniera migliore possibile e completa. Per farlo abbiamo capito che è meglio auto-organizzarci i concerti e pagarli di tasca nostra. Per cui ora suoniamo solo al festival che organizziamo noi, il Metallo Nostrum che anche per le prossime edizioni avrà sempre la stessa formula: tre band che cantano in italiano, luoghi di svolgimento attentamente selezionati e prezzo bassi d’ingresso. 

Si riesce a lavorare con gli altri? Per quello che è il nostro parere, proporre alla gente delle serate basate su pacchetti di band non può che far bene… Anche in questo caso è interessante il vostro parere in proposito...  

-Il Metallo Nostrum nasce proprio con questo spirito. La prima edizione è andata benissimo e siamo onorati di aver condiviso il palco con due grandi band come Malnàtt e Inchiuvatu. 

C’è qualcosa che vi preme e che volete aggiungere a questa chiacchierata? Chiudete voi con i lettori, con le vostre parole… 

-Non fidatevi mai della “versione ufficiale” delle cose... è sicuramente quella sbagliata. 

Salvatore Mazzarella