GIANNI MAROCCOLO - Alone

Contempo
Cosa dire dell’artista e dell’uomo Maroccolo senza cadere nella banalità più bieca, essendo cresciuto con le sue varie incarnazioni tra Litfiba, CCCP e C.S.I. , passando poi per P.G.R. fino ad arrivare al grandissimo “Vdb23/Nulla è andato perso” insieme al compianto Claudio Rocchi? Vorrei fossero le composizioni di questo lavoro, già spiazzante nel titolo, ad avere l’ultima ed unica parola. Spiazzante si, già dal titolo, perché il Marok gioca sul doppio significato della parola ALONE, da una parte la pronuncia italiana, con la sua accezione e dall’altra quella inglese che ci restituisce un Gianni SOLO, anche se coadiuvato in due pezzi da artisti del calibro di Jacopo Incani e di Stefano Rampoldi, oltre ad altri musicisti che arricchiscono questo lavoro. Sei le tracce contenute in questo lavoro, che, purtroppo, vi restituisco ad un anno dalla sua pubblicazione; tracce ostiche, lontane dalla classica forma canzone, una sorta di viaggio psichedelico, quasi mistico, certamente non fruibili da chiunque. Sin dall’iniziale “Cuspide” ci si ritrova catapultati in un mondo totalmente inimmaginato ed inimmaginabile, con una traccia che però, mi ha riportato alla mente il Gianni che contribuì a musicare quell’Eneide tanto osannata, anche da chi non l’ha mai totalmente apprezzata. “Tundra” è la decostruzione estrema, sperimentazione, picco massimo di questo nuovo modo di concepire l’arte sonora da parte del Maestro, un ritorno a certe sonorità che caratterizzarono parte dei ’70, dove l’elettronica si univa alle percussioni ed ai campionamenti. Qui entra in gioco uno degli ospiti, Jacopo Incani, che cura la parte più ipnotica ed ossessiva del brano, spingendolo, insieme a Gianni, su una distanza di ben 17 interminabili minuti, alla fine dei quali mi sono ritrovato totalmente smarrito ed abbandonato a tutti i suoni che nel frattempo si sono succeduti, in un continuo martellare e sbalzarmi da una parte all’altra della stanza… Ci si spinge ad Oriente per le due “Altrove”, dove ritroviamo un rinato Stefano Rampoldi, cuore di quei Ritmo Tribale, che molti, considerarono negli anni ’90 tra gli esponenti del grunge in Italia. Un viaggio sonoro avvolgente e spirituale, che, in modo diverso, è ripreso anche nella successiva “Sincaro”, brano pubblicato come 12” in una versione limitata a chiusura del “Nulla è andato perso” tour, con il sottotitolo “A Draft Of June”; qui troviamo sul finale una tromba suadente che ammalia e ci conduce verso la bellezza intima di “Alone To Be Continued”, che apre un ulteriore percorso non solo musicale, ma soprattutto spirituale e di ricerca. Non un finale, ma un arrivederci, un cerchio che non si chiude, ma che apre una nuova spirale dalla quale e nella quale essere risucchiati dentro. Questo signore non ha bisogno di dimostrare il suo valore, perché ciò che, puntualmente, realizza, rappresenta un tassello della sua immensa creatività, ora sognante, ora raggelante, ora coinvolgente, ora spiazzante, ora pronta a farti sentire SOLO, ora invece a lasciarti quel famigerato ALONE che tutto vela e confonde… HUGS!!! Francesco Yggdrasill Fallico Voto 10