Anthony Valentino, "Walking on tomorrow è un mix di emozioni che sentivo l’urgenza di dover raccontare"

A gennaio uscirà sul mercato discografico un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?

Certamente, Walking On Tomorrow è il mio primo album solista di cui sono songwriter, autore, compositore, arrangiatore, chitarrista e produttore. Si tratta di un concept album, genere hard rock composto da 11 tracce, ognuna delle quali racconta un’esperienza, un’emozione  ed uno stato d’animo che ho vissuto. Nel disco infatti racconto quelle che sono le mie gioie, le mie paure e le mie speranze; walking on tomorrow è un mix di emozioni che sentivo l’urgenza di dover raccontare con un album solista senza influenze esterne. 

Come si è districata la tua formazione da musicista?

Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di diciassette anni grazie ad un input ben preciso, il live in Tokyo del 1992 dei Guns N’Roses in VHS; da quel momento la mia vita è cambiata ed ho iniziato a vivere per la musica, per la chitarra, ho iniziato a studiare, scrivere e comporre ed a formare le mie prime band. Suonavo di tutto, dal punk al rock e le mie principali sono state il blues ed hard rock degli anni settante ed ottanta. Con il passare del tempo però anche altri generi hanno iniziato ad influenzarmi come ad esempio la musica folk italiana e straniera e la chitarra spanish.

Come hai scelto il titolo del disco?

La scelta è stata del tutto casuale. Pensavo a qualcosa che descrivesse il presente ma che guardasse al futuro. Così il titolo Walking On Tomorrow è stata la scelta più naturale e più rappresentativa del messaggio che volevo trasmettere.

A cosa ti ispiri quando componi?

Il mio stato d’animo è sempre determinante nelle mie composizioni; quindi è lì che trovo la mia vera fonte di ispirazione. Molto spesso le mie composizioni nascono da testi scritti precedentemente altre volte da riff o arpeggi ma tutto questo è sempre condizionato dal mio stato d’animo, da ciò che voglio comunicare e dall’urgenza che ho nel farlo. 

Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un tuo potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

I temi trattati in Walking On Tomorrow sono temi comuni nei quali chiunque può ritrovarsi e quindi credo che il vero punto di forza sia proprio questo. Un album solita è sempre un album di grande introspezione ed è stato proprio guardandomi dentro che ho capito molte cose su me stesso; e ciò soprattutto tornando su episodi della mia vita che mi avevano in qualche modo formato, come l’amore, la gioia, la paura, il coraggio, l’amicizia e la speranza. Tutte queste emozioni sono vissuti che riguardano tutti noi e quindi credo che il vero punto di forza di Walking On Tomorrow sia proprio questo. 

Come nasce un tuo pezzo?

A volte può nascere in modo del tutto casuale oppure dall’idea di voler comunicare ed esplorare un certo tipo di emozione; non ho mai usato una formula predefinita a standard nel mio modo di scrivere e comporre, ho sempre lasciato che fosse la musica ad uscire in modo del tutto naturale per raccontare ciò che stavo in quel momento vivendo.

Qual è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Non c’è un brano al quale sono più legato, Walking On Tomorrow racconta, in ogni traccia, un’emozione ed un’esperienza che ho vissuto e che mi rappresenta; quindi sono legato a tutti i brani allo stesso modo.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?

Sicuramente tutte le grandi band hard rock degli anni settanta ed ottanta sono state un riferimento importantissimo per me; Guns N’Roses, Led Zeppelin, Deep Purple, Van Halen, Alice Cooper, Jimi Hendrix, ACDC, Aerosmith, Dire Straits, Bon Jovi e molti altri hanno caratterizzato molto del mio sound. Sono però legato anche alla scena punk rock sia quella degli anni settanta che quella più moderna così come anche una parte di metal è stato molto influente e la musica cantautorale, sia italiana che straniera, in generale.

Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa?

L’obiettivo è quello di non fermarsi mai perché la scrittura dei pezzi e la composizione sono qualcosa che ho dentro e che ho sempre portato avanti. Essendo così importante per me l’aspetto compositivo il mio futuro è sicuramente legato alla continua evoluzione artistica. Per adesso mi godo il momento dell’uscita del mio primo album e nei prossimi mesi saranno focalizzati solo su questo. 

Come pensi di promuovere il tuo album, ci sarà un tour con delle date live?

Si, sono già a lavoro per questo. La promozione live è molto importante e sul palco mi sono sempre sentito a mio agio. Ho per questo formato una band che mi accompagnerà live in questo mio progetto solista. 

Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?

Di certo in un genere come il mio, l’hard rock, in Italia, non è molto semplice emergere perché la scena musicale strizza l’occhio ad altri generi. In Italia è così da sempre ma la quantità e la qualità di eccezionali musicisti rock e metal è assolutamente enorme.

Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?

Non saprei risponderti in quanto sono al mio primo disco solista ma posso però dirti la mia sensazione, ovvero che oggi ci sia una minore capacità di ascolto visto che i contenuti si sono nettamente moltiplicati. Forse una volta ascoltare un disco era più un culto mentre oggi le informazioni sono talmente tante che c’è molta più distrazione. Credo però che l’ascolto sia sempre soggettivo e che molti di noi non abbiano perso l’abitudine ad ascoltare un disco nella sua interezza e con attenzione. Internet è un’ottima risorsa se usata bene. 

Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?

Non saprei, dovrebbero risponderti i miei ascoltatori. Di sicuro il genere che suono è quello che più sento mi rappresenta e che mi consente di esprimere le mie emozioni. Diciamo che fare assoli di chitarra mi è sempre piaciuto e l’hard rock mi dà la possibilità di farlo. 

C’è un musicista con cui vorresti collaborare un giorno?

In molti dei miei sogni ho collaborato con Slash quindi ti rispondo Slash. 

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Ringrazio per il tempo che mi è stato dedicato e ringrazio chiunque abbia letto questa intervista. Spero il disco riesca a trasmettervi le stesse emozioni che ho vissuto io mentre lo componevo. Grazie di nuovo a tutti e grazie a te Maurizio.

Maurizio Mazzarella