ORODRUIN - Ruins Of Eternity

Cruz Del Sur
Il doom metal come sottogenere ha conosciuto nel tempo svariate forme di estremismo musicale. Molte band hanno esasperato gli stilemi del genere stesso proponendo soluzioni sonore spesso di difficile assimilazione presso un pubblico medio. Queste forme estreme di doom sono spesso intriganti e meritevoli di ascolto, in fondo la sfida verso i limiti e' insita nell'idea stessa di hard rock/heavy metal. Fatte queste premesse diciamo che ascoltare qualcosa che riprende approcci più classic non dispiace a chi ha amato i Black Sabbath, ispiratori primari del doom metal, per poi amare gruppi come Candlemass, St Vitus e Trouble. Gli americani Orodruin ci propongono questo Ruins Of Eternity che non e' esattamente un'opera prima essendo uscito un primo album, Epicurean Mass, nell'ormai lontano 2003. Il doom, anche se classico, resta pur sempre un genere di nicchia e non deve sorprendere se una band come gli Orodruin non sia riuscita a sfondare anche se in un circuito ristretto e delimitato. Diciamolo subito, Ruins Of Eternity e' un buon disco di classico doom metal. Le cadenze sono rallentate ma in modo calibrato e la melodia è presente in tutta la proposta musicale. La voce di Mike Puleo (che si adopera anche con basso e batteria) non e' sporca e dannata ma ci accompagna con profonda mestizia nel percorso che si apre davanti a noi. Non dimentichiamo che alla base stessa del doom abbiamo l'idea del fato oscuro e incombente a cui nessuno può sottrarsi, in una visione del mondo rassegnata e pessimista. Il disco si apre con la cadenza rallentata di Forsaken, ed è subito rock potente e granitico. Si prosegue con Man Of Peace e l'approccio e' sempre improntato alle sonorità cupe ma con intriganti aperture melodiche. Grave Illusion e' dominata da accordi ipnotici e ammalianti, e qui la melodia emerge ancora piu' esplicita fra le maglie robuste del sound. Un senso di malinconica desolazione pervade Letter Of Life's Regret. War On The World ci propone ritmiche più accelerate in un contesto sempre molto carico. Into The Light Of The Sun incombe su di noi con solenne drammaticita'. Ancora riff pesanti e incisivi in Voice In The Dark. Hell Frozen Over è un pezzo carico di tensione repressa che a tratti si libera in modo oscuro e sulfureo. Il disco si chiude con la title track, puro doom metal senza se e senza ma. Gli Orodruin sono caldamente consigliati a tutti gli amanti dell'old school doom metal. Speriamo di non dover attendere altri sedici anni per un loro terzo lavoro. 

Voto: 7/10 

Silvio Ricci