FREDDY DELIRIO, "Ho cercato di rappresentare una serie di emozioni che ho sentito scorrere come in un film"

Per quanto ogni artista, a valle della pubblicazione di un nuovo lavoro, abbia necessità di parlarne, non è affatto scontato che la conseguente intervista diventi una chiacchierata a cuore aperto. Qui a Giornale Metal abbiamo avuto l’onore ed il privilegio di parlare con Freddy Delirio, tastierista (ma anche fonico, produttore, autore…) dei Death SS ed ora anche di Freddy Delirio and The Phantoms, di cui è anche front-man, che a valle dell’uscita dell’ottimo debutto The Cross ha interloquito con noi con la gentilezza, la cordialità e la professionalità che lo contraddistingue. Ma sopratutto c’ha raccontato chi è l’uomo Freddy Delirio e come questa sua umanità si riversi nella sua arte. E, senza badare al bacino di utenza della testata, lo ha fatto con la stessa intensità con cui l’avrebbe fatto con l’edizione inglese di Classic Rock. Vi invito a leggere con attenzione, perchè le sue parole hanno uno spessore non indifferente, sono una botta di vita e un’iniezione di valori positivi per la quale gli rivolgiamo la nostra gratitudine.

Freddy!!! E’ un onore ed un piacere immenso ritrovarci a chiacchierare con te dopo qualche anno. Il momento è decisamente quello giusto… Quindi parliamo subito del progetto Freddy Delirio And The Phantoms e della genesi di The Cross ?

Ciao Salvatore, per me è un grande piacere tornare a parlare con te per Giornale Metal. L’idea di questo progetto è partita da Massimo Gasperini che mi ha invitato a realizzare un disco solista. Mi chiese di scrivere velocemente i brani fornendogli dei provini e mi sono messo subito all’opera. Ho fuso il mio stile tastieristico più oscuro e di atmosfera con il mio cantato più rock. Sono stato molto ispirato mentre ho scritto i brani e ne ho realizzato l’ossatura nel giro di poco tempo. Partendo dalle prime strutture ho poi sviluppato gli arrangiamenti e ho proposto le canzoni alla casa discografica. Con immenso piacere sono state ben accolte le mie idee e da quel momento mi sono dedicato alla produzione successiva. 


A ragion veduta, visto il risultato finale, mi stupisce che non ti sia venuta in mente prima l’idea di un progetto di questo tipo… Mi spiego: abbiamo a che fare con musica e concept che mescolano armonie e tematiche generalmente dark, gothic e doom. I Death SS, pur essendo heavy sono lì, nei dintorni… 

In effetti, diciamo pure che maieuticamente sono stato condotto verso l’ideazione e la realizzazione di questo album che avevo, in fin dei conti, dentro di me da sempre, come sonorità e tipo di atmosfere. Ho portato avanti gli H.A.R.E.M. che avevano un sound hard and heavy con uno stile più americano in qualità di cantante, fondatore e compositore e allo stesso tempo ho sempre coltivato la mia parte più horror nell’ambito dei suoni come tastierista e produttore. Dovevo solo fondere i due mondi e seguire la mia parte più introspettiva. Sono venuti fuori brani doom e dai risvolti gothic, ma anche progrock con un’altalenanza di atmosfere quando più dark quando più  cosmiche con vere e proprie sospensioni musicali.

Il look, il monicker ed anche le note stampa di presentazione del lavoro potrebbero far affermare, ai più superficiali, che questo progetto è la risposta italiana ai Ghost. Si tenga conto che a me piacciono tantissimo e so che altrettanto piacciono a te, ma penso che Freddy Delirio And The Phantoms vada ben oltre e spero di averlo fatto capire in sede di recensione….

Capita come in tutti i generi, uscendo nel 2019, dopo che di musica ne è stata scritta a fiumi, che si cerchi di paragonare ogni nuova uscita a qualcosa di preesistente. Sono conosciuto come fantasma dell’opera dall’ormai lontano 1994 e i Ghost sono nati ben dopo. Abbiamo voluto dare, con Black Widow Records, una continuità alla mia figura estendendola anche ai membri della band e l’idea dei fantasmi ha in questo caso un valore molto surreale, metaforico e che ben si adatta ai testi del disco. Si parla di reincarnazione, cicli storici e citazioni di antiche civiltà da cui attingere i sani principi. Pertanto vivo questa esperienza come qualcosa di estremamente personale e poco riconducibile a qualsiasi altro progetto già esistente. Questo disco è estremamente istintivo e nel momento della stesura, ho lasciato andare l’ispirazione dell’istante. Sapevo solo che dovevo tirare fuori il meglio seguendo atmosfere horror, rock, prog alternate a sospensioni più tipiche della cosmic music. Quello che in fondo ho sempre avuto, come detto prima, dentro di me. 

Sei riuscito a rappresentare quattro decadi di storia del rock in un caleidoscopio musicale ricco, complesso ed estremamente originale. Oltre ai predetti generi, non dimentichiamo i riferimenti alla cosmic music (Hawkwind ad esempio) Eppure le composizioni sono ad alto tasso di fruibilità. Come ho già affermato, in altri tempi ed in altri luoghi sarebbero delle hit… Qual’è il tuo segreto, la tua formula magica ?!

Ti ringrazio per quello che hai detto. Ho scritto i brani di notte, momento in cui sono particolarmente ispirato. Ho cercato di rappresentare una serie di emozioni che ho sentito scorrere come in un film. È come se avessi voluto realizzare una colonna sonora nell’alternarsi di esperienze di vita vissuta e di momenti e riflessioni che avevano bisogno di essere ben rappresentate nel dettaglio. Un viaggio vero e proprio, ogni canzone è nata davvero sul momento. Tutto ciò che ho sviluppato successivamente è stato tutto sommato semplice da strutturare. L’importante era che ogni brano avesse da subito un imprinting ben preciso, un’atmosfera e dei binari che ben si sposassero con il tipo di ambiente o soggetto che volevo rappresentare.

Trovo davvero efficace la scelta degli axeman ai quali hai assegnato i brani ad hoc per attitudine. Sono nomi ben noti a noi appassionati… Raccontaci com’è andata… 



Dopo che ho strutturato e suonato tutti i brani, mi sono avvalso di musicisti di valore per lavorare sui dettagli. Ogni chitarrista che ho scelto, ha avuto un proprio ruolo ben preciso per i soli. In base alle peculiarità di ognuno, ho immaginato lo stile di ogni artista sui diversi brani e tutto ha funzionato alla perfezione da subito. Molte parti sono state fatte sul momento, ho descritto ad ognuno il tipo di atmosfera che avevo in mente e di cosa parlasse il brano. Vincent Phibes, Francis Thorn e Lucky Balsamo hanno dato davvero il meglio  durante le performance in studio.

Gli arrangiamenti sono stratificati ed ad ogni ascolto si scoprono nuovi particolari e virtuosismi disseminati qui è lì. Si nota il grandissimo lavoro che c'è dietro. Parliamone…

Esatto. Ho cercato di non mostrare in maniera troppo evidente al primo ascolto, tanti dettagli che invece, nel tempo, vengono alla luce in modo stratificato, proprio attraverso gli ascolti successivi. Durante le fasi di mix ho lavorato molto per lasciare in background alcune rifiniture che non devono emergere subito ma che servono appunto a creare la giusta atmosfera. Il prodotto è veramente stracolmo di particolari che emergono nelle varie parti delle canzoni. Tutti questi suoni sono lì a creare certi chiaroscuri che in ogni brano danno quella base e quella profondità senza le quali tutto perderebbe dettaglio. Anche alcune voci a livello corale, sono tenute in penombra insieme a vari effetti sonori, creando appunto un alone, una matrice che fa da sostegno ai vari brani. Ogni melodia e giro di intrecci avevano bisogno della giusta base su cui svilupparsi.

Quel pianoforte alla fine di The Ancient Monastery… Che incanto!!! Ha un significato particolare per te?

Dopo aver parlato dei cicli storici, nell’augurio che si debba prendere il meglio da ogni periodo passato e conoscere bene, prendendone consapevolezza, anche tutte le cose che non devono essere ripetute, se si vuole andare verso un nuovo ciclo evolutivo, volevo mettere una firma in qualche modo, qualcosa che venisse dall’anima. Ho suggellato con una forte vibrazione questo momento, concludendo il brano e il disco con una positiva apertura.

Il concept del lavoro è fortemente introspettivo… Domanda forse ovvia per chi ti conosce, ma la faccio lo stesso. Quanto ha impattato il tuo essere laureato in filosofia sulle liriche del disco?

Molto direi. Ci sono citazioni relative a Platone, Kierkegaard e Nietzsche all’interno dei testi. Sono un intreccio di visioni che si susseguono in modo molto armonico nella matrice della vita di tutti i giorni e di conseguenza nel momento in cui scrivo qualcosa sia a livello di testo che musicale.

Il tuo cammino spirituale… Chi è oggi l’uomo Freddy Delirio sul palco e Federico Pedichini nella vita di tutti i giorni? 

Sono un padre che adora il proprio figlio. Ho la fortuna di fare il lavoro che mi piace, il produttore e vivo di musica ventiquattro ore su ventiquattro. Svolgo le mie giornate sempre pieno di impegni ma non dimentico mai la dimensione armonica con la Natura e il mondo animale, è fondamentale soprattutto in un periodo storico così effimero, finto, dove lo stress e le problematiche più banali, in realtà, affliggono molte persone. Quando scrivo le canzoni e salgo sul palco non sono che la continuità di quello che sono durante la vita quotidiana. Certo in quei momenti, attraverso la musica vado ad esplorare dimensioni e vibrazioni dove l’Es si trova in mondi nuovi capaci di stimolare nuove emozioni, connessioni e riflessioni. Non potrei mai rinunciare a quello che creo. Per questo, tale progetto lo sento più che mai, veramente vicino a me stesso.

Nel disco tuo figlio Chris suona, con tiro e grinta, i timpani che accompagnano la voce  di Steve Sylvester in The New Order. E allora parlaci di Freddy Delirio papà…

Mio figlio Christian è la gioia più grande che questa vita avrebbe mai potuto darmi. La cosa che potrebbe stupirti, ma lo dico apertamente a lui e lo dico apertamente anche qui, è che lo avevo immaginato così anche esteticamente da subito, molto prima che nascesse, come se ci si aspettasse a vicenda. A proposito di reincarnazioni! È un bambino straordinario e davvero molto intelligente, dotato di grande sensibilità, determinazione e capacità sia a livello scolastico che artistico. A quel punto, visto che ha voluto una batteria in regalo alla tenera età di quattro anni, ora che è grandicello, gli ho chiesto se mai gli fosse interessato suonare qualche parte sul mio disco. I timpani di “The new order” sono tutti suoi insieme ad altre parti aggiuntive in diversi brani. Ho cantato e suonato “The new order” in modo decisamente ispirato e ritrovarmi a dividere tale canzone con mio figlio, è stata un’esperienza molto importante per me. Scrissi per lui il brano “Angel" nel disco degli H.A.R.E.M. “Enjoy the show” dove ha suonato Reb Beach degli Whitesnake e nel video si vede un piccolo Chris che già si mostrava in pubblico dietro ai tamburi durante il sound check ogni volta che mi seguiva ai concerti. Per me è stato un grande onore avere la sua partecipazione ora che ha quasi dodici anni!

Oggi riesci a vivere di musica grazie ai tuoi FP Recording Studio. Dall'ultima nostra chiacchierata passi avanti ne son stati fatti un bel po'… Parliamo di cosa sono oggi, di tutte le nuove features e della tua attività di fonico e produttore.

Lo studio è attivo ormai da più di venti anni e di artisti ne sono passati davvero tanti dalla prima viola del Teatro della Scala Danilo Rossi allo stesso Reb Beach (Whitesnake ecc), al vincitore di X Factor Becucci ecc. e a molti altri musicisti e band a livello internazionale. L’FP Recording Studio si occupa anche di multimedia per colonne sonore e realizzazioni audio/video. Per quanto riguarda il settore audio, in questi ultimi anni, è diventato anche sede dei corsi di Bachelor of Arts e Producer di Jam Academy e devo dirti che lavorare con i futuri producer è molto allettante e divertente. Sono inoltre molte le produzioni per Black Widow Records realizzate negli anni. Lo studio vanta una strumentazione di ottimo livello ed è sostanzialmente sempre in funzione, si può dire 365 giorni all’anno, con il susseguirsi delle varie realizzazioni discografiche.

Sono curioso di conoscere le origini della Freddy Delirio’s church annessa agli studi…

La chiesetta fa parte di casa mia e risale al 1500. È affrescata e molto suggestiva. Al suo interno mi è capitato di registrare alcune orchestre e l’acustica, con il soffitto a volte, è veramente ottima per gli strumenti acustici! Vanta anch’essa un sistema Pro Tools in grado di ospitare diversi strumentisti per le fasi di registrazione.

L'estate scorsa all'Agglutination il sempre ottimo Gabriele Lipani mi raccontò dell'incredibile lavoro fatto per la produzione di Rock'n'Roll Armageddon, da te nei tuoi studi. È stato un successo!!! Ed allora, ad un po' di mesi, facciamo un piccolo bilancio tra ricordi ed impressioni…

Quando ci siamo visti, ero veramente sfinito per tutto il lavoro svolto. Ero uno zombie senza bisogno del trucco (ahah). Ho lavorato assolutamente in solitaria ben sette mesi per la produzione di quel disco e i risultati sono stati sorprendenti. Quei primi posti in classifica, me li sono sudati tutti! Sentivo i brani prendere forma nel tempo ma poi le rifiniture per raggiungere la compattezza sonora desiderata, gli ultimi arrangiamenti e la fase del mix e del mastering li ho finiti oltre i tempi che avevo immaginato: è sempre così se vuoi essere davvero soddisfatto del prodotto.

Quali sono le prossime mosse di Freddy Delirio and The Phantoms? Tra l'altro anche i Death SS sono in movimento… Cosa ci dobbiamo aspettare?

Ora mi dedico principalmente all’attività concertistica con i Freddy Delirio and The Phantoms. Durante quest’anno oltretutto festeggio 30 anni di attività nel mondo del rock e sto valutando qualcosa di interessante a riguardo. Oltre a questo ho diverse produzioni audio in studio programmate entro l’anno e… si preannuncia un periodo ricco di novità importanti!! Restate sintonizzati!

Freddy, mi auguro di cuore che i Phantoms riescano a spiccare il volo e che The Cross ne sia il primo, bellissimo, passo. Ringraziandoti, salutandoti e sperando di incontrarti quanto prima, lascio a te la chiusura…

Ti ringrazio veramente di cuore per le bellissime domande che mi hai posto. Il progetto dei Phantoms è partito molto bene in Italia e all’estero e si è creato un bel movimento sia a livello di stampa che di vendite. È stato sempre un piacere parlare con te in ogni occasione. Ciò che mi hai chiesto ha voluto mettere in luce la mia persona e la mia parte più autentica e lo ho davvero apprezzato molto. Un caloroso saluto.

Salvatore Mazzarella