EMERALD SABBATH - Ninth Star

Emerald Sabbath
Emerald Sabbath e' un tributo ai Black Sabbath fortemente voluto da un loro accanito fan, l'ispettore della sicurezza nucleare Michael Suilleabhain. Il tipo avrebbe visto i propri idoli un' ottantina di volte e ha per loro una vera adorazione. I musicisti coinvolti sono parecchi, alcuni piu' o meno noti altri meno, ma in molti casi si tratta di artisti che a vario titolo hanno suonato con la storica band. Quindi possiamo ritrovare personaggi come i batteristi Vinnie Appice e Bobby Rondinelli e il cantante Tony Martin che sono parte importante della storia del gruppo. Al basso figurano nomi noti come Rudy Sarzo, Neil Murray e Laurence Cottle, il turnista che ha suonato nell'album Headless Cross. Poi ci sono i contributi vocali di un artista come Ron Keel che oltre ad essere noto per i suoi trascorsi in band come Steeler e Keel ha anche vissuto un brevissimo periodo in cui avrebbe potuto diventare il cantante del Sabba Nero. E ' accaduto nel 1983, quando Ian Gillan pianto' il gruppo per riunirsi ai Deep Purple. Alle chitarre troviamo DC Cothern e Pete Rinaldi. Il progetto Emerald Sabbath propone una selezione non scontata di brani. Mancano i vari anthem come Paranoid, Iron Man, Snowblind e War Pigs. Come brani heavy si sceglie roba tipo Hole In The Sky da Sabotage del 1975, Die Young da Heaven And Hell del 1980, Thrashed da Born Again del 1983 e In For The Kill da Seventh Star del 1986. Spicca la presenza dei pochissimi brani realmente melodici della storia sabbatthiana come Changes da Vol 4 del 1972 e She's Gone da Technical Ecstasy del 1976. Ma l'aspetto intrigante del lavoro e' costituito dalle varie intro strumentali riarrangiate con l'ausilio di ensemble come l'English Chamber Choir e l'Ardeton String Quartet. Parliamo di cose come Orchid da Master Of Reality del 1971, Fluff da Sabbath Bloody Sabbath del 1973 e Stonehenge da Born Again del 1983, che rinascono a nuova vita. La finale Supertzar, tratta da Sabotage del 1975, gia' nella versione originale presentava l'English Chamber Choir. Questo brano molto suggestivo, a sua volta figlio della floydiana Atom Heart. Mother, ha anche fatto per lunghi anni da intro ai concerti della band. Il disco Emerald Sabbath e' indubbiamente piacevole da ascoltare. Il lavoro svolto e' certamente apprezzabile, ma le versioni originali sono davvero troppo migliori di queste. 

Voto: 6/10

Silvio Ricci