JOHN GARCIA - John Garcia And The Band Of Gold

Napalm
C’era un tempo in cui i Kyuss erano una delle poche band conosciute a fare stoner e a fare un mix di hard rock e psichedelica, ma come molti di voi sapranno i Kyuss non ci sono più, il socio di John Garcia ha deciso di fare altro, mentre lui no. Lui è stoico sulla sua posizione di fare stoner, pur passati i cinquantanni anni di età la sua voce non è minimamente cambiata e non è cosa da poco, e continuare con quello che diceva e faceva anni fa; ovviamente con oneri e onori del caso. Sound veramente kyuss, suono polveroso, rozzo, ipnotico ammaliante e speciale nella sua semplicità. Da un lato la cosa è, chi come me non è proprio giovanissimo, molto interessante nel proporre un sound “vecchio stile” dall’altra il fatto stesso di riproporre alcune tipologie di suono non prettamente innovative potrebbero essere non il massimo per chi o non è avvezzo allo stoner o al sound kyuss. Post produzione grezza, ma allo stesso tempo curata, sound ipnotico, riff semplici ma incisivi, batterie cadenzate e voce speciale. Possiamo quindi dire che la produzione è molto curata pur rimanendo minimale e pur rimandando al sound di venti anni fa, abbondanti, e di conseguenza sarà un album molto interessante per quelli che hanno apprezzato Garcia nei sui vecchi lavori. Non a caso la produzione, di cui sopra, è in mano a Chriss Goss, e chi altri se no?!, il che ci riporta nuovamente al fatto che i suoni sono quelli dei Kyuss e non altri… Eppure lo suoni e lo canti sotto altro nome… viene da dire… Le undici tracce del cd portano l’ascoltatore in mezzo al deserto di Garcia, non che il deserto sia il suo sia chiaro, ma nel fatto che le sonorità sono polverose tipiche del deserto e tipiche della vecchia band di John. “Don’t even think about it”, “Popcorn (hit when you can)”, “Kentucky II”, “Liliana” e “Softer side” che per altro chiude il cd, sono le trace che vi possono dare il senso delle mie parole in modo più chiaro, come sempre quelle che vi indichiamo sono le nostre preferite e non necessariamente le uniche migliori, vi invitiamo come sempre a dare un ascolto anche voi al platter in modo da decider di vostro gusto quail possono essere le vostre preferite. Concludendo un buon lavoro che però lascia un filo di amarezza in bocca, pare che Garcia, come tanti altri, non riesca a levarsi di dosso certe situazioni “di vecchia data” quasi come se dovessero per forza portarsi appresso le eredità negative dei pregressi progetti. Nel complesso buono come lavoro “amarcord” ma non il massimo se pensiamo che questo è indicato come un lavoro a se stante e non un “a night to remember…” 

Voto: 6,5/10 

A.S.