INGLORIOUS - Ride to Nowhere

Frontiers
Nel Regno Unito gli Inglorious stanno vivendo un successo straordinario. Due anni fa, il loro secondo album si piazzò diretto al numero uno della Rock Chart e Nathan James è ormai un personaggio notissimo: non deve stupire, dunque, che ci sia grande attesa per questo Ride to Nowhere, per produrre il quale la band ha addirittura chiamato Kevin Shirley: insomma, uno che nel CV può inserire i Led Zeppelin. E non poteva che essere così: inizio spumeggiante grazie a “Where Are You Now?” che, grazie all’ottimo basso plettrato e distorto nella strofa acquisisce un groove trascinante, impreziosito da un bridge di chitarra carico e vigoroso per poi culminare nel ritornello ove Nathan James inizia a sfoderare le sue qualità. Molto più classica “Freak Show”, un concentrato melodico che punta tutto sui vocalismi senza ritrare troppo gli artigli delle chitarre legnose ma all’occorrenza taglienti; una prima proiezione di estate grazie a “Never Alone” che imprime un calore incendiario con le sue sonorità “tonde ed avvolgenti” specialmente grazie alla linea di basso di Colin Parkinson, sempre ben evidenziata nella linea armonica. Brano che ricorda molto la linea artistica dei The Winery Dogs è “Tomorrow”, una Mid Tempo con un ruvido riff, graffianti interlude delle due chitarre di Andreas Z Eriksson ed Andrew Lowe ed un assolo della coppia veramente convincente. Una accelerata ritmica sensibile viene data grazie a “Queen” ove nuovamente il distinguo lo fa Nathan James con la sua performance vocale che tanto ricorda Richie Kotzen. Un bel 4/4 scandito come se fossero martellate, viene impresso dalle pelli di Phil Beaver mentre il brano scorre senza particolari picchi emozionali. Ben altre sensazioni vengono suscitate sin dalle prime note di una delle Best Track“Time To Go”, un brano che alla lontana trae qualche ispirazione dall’asciutto Hard Rock degli Ac/Dc per poi fondersi nuovamente allo stile The Winery Dogs: che siano gli Inglorious la giusta via di mezzo artistica di due mostri sacri?? Viene da dire proprio che probabilmente è così visto che con il Master Piece “I Don’t Know” , un’altra Mid Tempo incandescente, la band sbaraglia ogni concorrenza, attestandosi sicuramente nell’apogeo dei migliori gruppi targati UK del decennio. Più neutra “While She Sleeps” seppur non manchino finezze artistiche, specialmente vocali, che tengono alto il livello generale della produzione. Un bel pathos viene generato dall’intro della Title Track “Ride To Nowhere” che ha un sapore vintage in chiave Led Zeppelin dal gusto sopraffino ed elaborato. Nei seiminuti di canzone si viene veramente proiettati in un viaggio senza meta, cullati solo dalle linee musicali variegate che il brano offre, con decise accelerazioni e piacevoli arie di spensieratezza. Con “Glory Days” la schiena viene percorsa da un brivido che solo con la calda voce di David Coverdale si può provare. Una bella ballad acustica tutta voce e anima da sentire a tutto volume, sicuri che i padiglioni auricolari godranno senza il minimo dubbio.Terzo disco, terzo centro per il gruppo londinese, i fan del classic hard rock non potranno che apprezzare queste undici canzoni piene di energia e sentimento. Il nostro augurio è che finalmente la line-up si stabilizzi per continuare a regalarci anche in futuro delle perle pari, se non superiori, a “Ride to Nowhere”. 

Voto: 8,5/10 

Bob Preda