INNER SHRINE - Heroes

Lands Of Glory
Attivi da più di venti anni, sulla scena musicale, i toscani Inner Shrine tornano a pubblicare un album d'inediti a distanza di ben sei anni dal grande Pulsar, datato appunto 2013. Sei lunghi anni di attesa, quasi spasmodica, per ascoltare un nuovo disco, il sesto della loro discografia, di questa particolare realtà italiana. Gli Inner Shrine sono una di quelle band di cui non è semplice descriverne la musica, perché troppo intima, introspettiva e ipnotizzante. Qualcuno si chiederà com’è questo nuovo Heroes, noi risponderemo che loro non hanno mai fatto un album uguale all’altro, ma ogni loro singolo lavoro è come un'entità a se,una gemma da tenere stretta nel proprio animo, compreso quest’ultimo grande disco. I brani in Heroes sono più intimi, riflessivi, ipnotici, rispetto al suo predecessore. Le forti emozioni iniziano fin da subito, non appena i primi secondi iniziano a scorrere con Domum, intro epica che introduce il brano Akhai, una traccia assolutamente splendida, in cui la band sprigiona tutta la propria aura magica e sognante, e nei suoi tre minuti di durata, già ripaga l’attesa di questo capolavoro, durata parecchi anni. Sembra quasi un cantico, una poesia messa in musica, tanta è la magniloquenza espressa, seppur in quel lasso di tempo. Il viaggio nel profondo dell’animo umano continua con Ode Of Heroes, altra canzone di difficile classificazione musicale, possiamo solo scrivere che bisogna lasciarsi trasportare dalle emozioni in un viaggio che ci porta verso un vortice meraviglioso di liberazione mentale da tutto quello che ci circonda. I ritmi si fanno più rallentati, quasi in un doom ipnotico nella successiva e battagliera Doom, dove ancora una volta, Luca Liotti e il rientrato in pianta stabile Leonardo Moretti fanno un lavoro eccezionale, sette minuti di puro spirito e animo verso la grande arte che è la musica, senza confini. Firebringer, altro gioiello di questo Heroes, epica e magica, forse richiama in parte quello che fu il precedente Pulsar. Non c’è un momento in questo disco che s’innalza di più rispetto agli altri, ma tutti i brani si fondono in un unico e spettacolare scenario, malinconico e liberativo allo stesso tempo. Ogni singola nota, dalle canzoni precedentemente citate a Gaugamela, passando per la stupefacente Sakura e per finire il rifacimento in versione metal di un loro vecchio brano, originariamente comparso su Mediceo, che risponde al titolo di Cum Gloria, fa di questo Heroes, uno degli album più belli, intimi e particolarmente evocativi sentiti negli ultimi dieci anni almeno. L’attesa di sei anni è stata in un certo senso un dono quasi celestiale per questo disco. 

Voto: 10/10

Sandro Lo Castro