DAMNATION'S HAMMER - Unseen Planets, Deadly Spheres

Massacre
Sono ormai costanti, come un fiume in piena che rischia di esondare, le uscite discografiche della tedesca Massacre Records, che non facendosi sfuggire anche questa occasione, permettono in questo 2019, ai Damnation's Hammer, di pubblicare il loro nuovo album, Unseen Planets, Deadly Spheres. La formazione in questo caso formata da: Tim Preston (chitarra e voce), Ady Farnell(chitarra solista), Jamie Fowler (basso) e Gary Bevan (batteria), mette a segno un ottimo colpo con questo loro secondo full-lenght. Atmosfere oscure, omaggiando dichiaratamente il metal oscuro degli anni ’80 di band quali Celtic Frost, Cathedral e anche Black Sabbath, tanto per citarne alcune delle più conosciute. Dall’odore acro di zolfo, che contiene l’iniziale Temple Of Descending God, con le sue particolari linee heavy, che ricordano i Cathedral più spinti, si passa alla veloce e abrasiva Deathcraft, a cavallo tra un grezzo heavy e thrash di ottima fattura di stampo tedesco. I Cathedral si possono risentire nelle influenze, nella title track Unseen Planets Deadly Spheres, dove la voce si avvicina paurosamente a quella di Lee Dorrian. In generale tutto il disco è invaso da un mood piuttosto tetro e maligno, partendo dall’artwork, affidato a Chris Cold e Stefan Hurlemann, basato su un'immagine digitale di grande effetto, raffigurante uno Spazio e una Terra alquanto oscuri e come già scritto maligni. Di canzoni molto valide ce ne sono parecchie, per non dire tutte, tutte infarcite da un indiavolato riffing, tagliente acido in alcuni punti e molto trascinante, come nelle varie Gates Of Necronomicon e il mid tempo di The Eternal Harvest. Questo disco asseconderà molti palati diversi tra loro, andando a mixare alla perfezione l’heavy metal classico, il tharsh, il doom con una spruzzatina di dannato black metal in un vortice da cui fuoriesce lava incandescente, che brucia ogni cosa al proprio passaggio. Unseen Planets, Deadly Spheres è un grande esempio di musica estrema, in tutti i sensi, che ha tra l’altro una marcia in più, poichè capace di spaziare all’interno della scena metal in una maniera davvero naturale e possente. 

Voto: 8/10

Sandro Lo Castro