JASON BECKER - Triumphant Hearts

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La musica rende liberi! Questo è il motto che il grande Jason Becker ha adottato come stile di vita. E di certo non aveva scelta! Il nostro, paralizzato dalla SLA fin dagli anni '90, ha mente e talento ancora perfettamente lucidi. Tanto quanto la voglia di esprimersi artisticamente. Così, ogni uscita discografica di Becker è sempre ben accetta. Trattandosi di musica composta con un cuore ed una carica emotiva non indifferenti. La lista di ospiti presenti su "Triumphant Hearts" è particolarmente lunga. Soprattutto in quanto a chitarristi. Innanzitutto è presente il grande Marty Friedman, suo gemello al tempo dei mitici Cacophony, qui presente sulla title-track iniziale assieme al violinista Glauco Bertagnin ed al violoncellista Hiyori Okuda. E il brano è dotato sicuramente di un fortissimo mood emblematico di tutto l'album. Una sinfonia di rara bellezza. In altri brani questo sodalizio tra orchestrazioni classiche e chitarra elettrica si rinforza ulteriormente. Basti pensare a "Once Upon a Melody" e soprattutto a "Fantasy Weaver" (il cui ospite di turno è il suonatore di ukulele giapponese Jake Shimabukuro). L'apice del chitarrismo nell'album si trova nel brano lungo oltre 9 minuti "Valley Of Fire", nel quale figurano 13 giganti della sei corde (li citiamo tutti: Michael Lee Firkins, Steve Vai, Joe Bonamassa, Paul Gilbert, Neal Schon, Mattias IA Eklundh, di nuovo Marty Friedman, Greg Howe, Jeff Loomis, Richie Kotzen, Gus G., Steve Hunter, Ben Woods). Altrove troviamo anche Joe Satriani, Aleks Sever, Guthrie Govan, Steve Morse... e soprattutto Trevor Rabin (protagonista di una prova in acustico+elettrico da dieci e lode in "River Of Longing"), tutti riuniti in una grande "suite" all'insegna della creatività di Becker. Le composizioni strumentali sono inframmezzate anche da un paio di canzoni di genere abbastanza variegato. Come "Hold On To Love" cantata da Codany Holiday e la celestiale "We Are One" con Steve Knight alla voce, entrambe ricche di reminiscenze di musica nera (direi quasi Gospel nei cori). Anche grazie a queste composizioni, il messaggio è chiaro: non avendo mobilità fisica, Jason Becker ha sviluppato negli anni ben altri sensi... direi più che altro sensibilità. La musica non deve rendere solo liberi, deve anche unire. Il nostro è alla ricerca di un estremo pensiero positivo. Unica alternativa ad una vita che rischierebbe di radicare la sedentarietà anche nella mente oltre che nel fisico. Ciò indica il gran "cuore" e la gran sensibilità del compositore Becker, così come di tutti i suoi fans più sfegatati. "Triumphant Hearts", vivaddio, non è musica prodotta in serie. Non vi sono presenti artifizi mirati al facile commercio. Il disco è bello e variegato. La mente ed il talento del grande Jason sono ancora intatti. Provare per credere. 

Voto: 8,5/10 

Alessio Secondini Morelli