FRANK CARUSO (FEAT. MARK BOALS), "Mi sono divertito ad alternare tecnica e melodia"

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Ciao A tutti! IT’S MY LIFE è un album decisamente melodico, di matrice Hard Rock, ma con forti riferimenti all’ AOR, soprattutto per le due Ballade. Il brano, la title track, è invece una brano di stampo Hard Rock in cui come sempre mi sono divertito ad alternare tecnica e melodia, il mio stile da oltre 20 anni….

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Ho iniziato a collaborare con il grande Mark Boals dal 2015 quando casualmente ci siamo incontrati proprio su facebook; io seguivo le sue produzioni dai tempi di Trilogy di Malmsteen, e abbiamo scoperto la passione comune per le Harley Davidson! Un giorno parlando mi ha chiesto di fargli sentire le mie ultime produzioni; stavo realizzando una colonna sonora e quando la sentì mi disse: “sarebbe bella una versione cantata”! E perché non provarci! Da li tutto è iniziato….. Poi è arrivato il Vivaldi Metal Project dove grazie al Maestro Mistheria (ideatore del progetto)  ho avuto l’onore di avere non solo Boals alla voce, ma anche J. Macaluso alla drums e M. Le Pond (Symphony X ) al basso, per la produzione di un mio brano una formazione stratosferica!

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

I testi sono fondamentali, nel dettare il ritmo, lo stile, il colore…. Una brano più cupo o più epico, ma tutto trae ispirazione dalla vita quotidiana, la stessa copertina ispira a momenti di un viaggio, che può essere nel mondo, o dentro di noi, o, più espresso, un viaggio interiore ispirato dalle esperienze quotidiane….

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Sicuramente la tecnica e la melodia, la combinazione di questi 2 aspetti e la ricerca di una forma sempre elegante, in senso estetico. E in questo contesto inserisco anche la qualità di produzione, deve essere sempre ai massimi livelli. Per questo ringrazio lo staff di RTI/Mediaset che ci ha dato la possibilità di raggiungere altissimi livelli qualitativi. 


Come nasce un vostro pezzo?

Quasi sempre da un riff chitarristico, ma subito dopo dalla melodia vocale. Il brano acustico, Born to new life, è l’esempio perfetto di come questi 2 elementi in questo genere debbano necessariamente viaggiare parallelamente

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

La title track racchiude in un unico brano le tante anime di questo lavoro: la tecnica chitarristica, il song writing, la performance vocale e la melodia, sicuramente It’s My Life! In tutti i sensi…

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

L’elenco potrebbe essere lunghissimo, dai Deep Purple a Malmsteen, passando da Satriani a Van Halen, senza dimenticare tutto il movimento AOR, ma lavorando da oltre 20 nella produzione musicale per TV e cinema ho superato l’appartenenza ad un genere. Ogni genere ha le sue eccellenze, i Toto o i Queen sono la dimostrazione di come una band possa spaziare fra generi diversi sempre con livelli di eccellenza.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

Alcuni di questi brani saranno parte di colonne sonore e produzioni televisive, il resto si vedrà strada facendo, certamente la collaborazione con Boals darà nuovi frutti e nuove song!

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

La scena musicale italiana è abbastanza tragica; pochissime nuove produzioni, nessun investimento da parte delle etichette (e qui devo invece rimarcare come un grande gruppo come RTI si sia distinto da molte etichette anche di genere, nell’aver creduto nel nostro progetto), scarsa considerazione del genere e poche opportunità per i live. E’ come se mancasse il pubblico, o in qualche modo fosse irraggiungibile, e lo percepiamo anche dal feedback delle nostre produzioni; le ultime molto apprezzate in Sudamercia, con numeri 100 volte superiori all’Italia. Non saprei dirti se la colpa è dei media che non riescono a raggiungere i fans, oppure se il pubblico italiano sia disinteressato a tutto ciò che non sia Talent Show, ma 2 domande inizierei a farle anche fra noi addetti del settore. E non faccio mistero, come ho già detto in altre occasioni, di guardare con più interesse all’estero che in Italia; maggiori soddisfazioni, più professionalità e considerazione artistica, senza paragoni.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Internet non ha danneggiato noi, ha cancellato l’esistenza del supporto fisico quindi del cd, e di tutto il diritto d’autore connesso alla diffusione delle opere, a partire dai tempi dei Metallica (ricordate la contestazione a Napster?). E’ una dato oggettivo, oggi la musica non si “acquista”, si ascolta in streaming. Raramente si paga (da i-tunes o spotify) e molto più spesso si ascolta gratuitamente da youtube. E’ il motivo per cui le case di produzione non producono più, non riusicendo ad ammortizzare i costi di produzioni se non con sponsor o tour live. Il pubblico è contento? Si perché non paga, no perché non ci sono nuove produzioni; un dilemma impossibile da risolvere. Internet sicuramente ha giovato in termini di promozione e diffusione ma non credo sia sufficiente a risollevare il mercato discografico.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Credo che per un chitarrista e un cantante l’Hard Rock soprattutto con riferimenti neoclassici e melodici sia un ambito dove poter spaziare con tecnica, creatività ed eleganza molto più di altri. Ogni strumento trova una realizzazione in un suo ambito (per il basso ritengo il Funk ad esempio), e quando mi sentirò stretto dove sono, cambierò genere….in realtà ho già attive altre produzioni come ARACHNES o STRINGS24 dove in passato ho voluto proprio sperimentare altre sonorità, l’importante è non fossilizzarsi.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

30 anni fa non avrei immaginato di suonare e comporre con il cantante di Malmsteen, Mark Boals, con Rob Rock (guest nel mio solo cd Kaleidoscope), o Falzio Premoli della PFM con cui abbiamo realizzato delle colonne sonore, preferisco quindi non dare limiti alla fantasia e alle opportunità….

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Un ringraziamento a quanti mi seguono da anni, e che spero di incontrare dal vivo o sui social, è importante e bellissimo avere sempre un rapporto diretto! Trovatemi sui canali social, fb e you tube dove personalmente cercherò di rispondere a ciascuno! Stay Rock!

Maurizio Mazzarella