Wonderworld + Neverhush - Let It Beer, Roma - sabato 10 novembre 2018

Confesso: stavo per perdermi una grossa opportunità. Quella di vedere in concerto il miglior cantante metal dell'attuale scena italiana, Roberto Tiranti, nella sua esibizione qui a Roma al Let It Beer con la sua attuale band Wonderworld. Purtroppo non avevo tenuto d'occhio la pagina FaceBook del Let It Beer. E così, quando il grande Freddy Rising (Anno Mundi, Martyria, Max Smeraldi & Freddy Rising's Strada Maestra) mi ha avvisato dell'evento via Whatsapp proprio la mattina di sabato 10 novembre, sono caduto letteralmente dalle nuvole... ma mi sono rialzato subito in piedi immediatamente e ho cambiato almeno in parte i miei programmi per la serata! Poichè... conoscendo Tiranti già dal suo operato con i Labyrinth e gli Odyssea, credo di essere uno dei suoi tanti estimatori (e non credo di essere il solo qui in redazione, vero Boss? ;)). 

Sono arrivato addirittura ad affermare che "tutto ciò che fa Tiranti mi va bene". E quindi, nonostante gli impegni già presi mi avessero impedito di arrivare in tempo per gustarmi la support band Neverhush... ho fatto il mio ingresso trionfale in quel del mitico locale capitolino Let It Beer una decina di minuti prima della fine del soundcheck dei Wonderworld. E mi sono goduto un intero show... a dir poco, da manuale! Tiranti si presenta in veste di cantante/bassista, in configurazione power trio. Gli altri due musicisti facenti parte dell'avventura musicale Wonderworld sono entrambi norvegesi: Ken Ingwersen alla chitarra e Tom Arne Fossheim alla batteria (quest'ultimo suona anche Black Metal con i Crest Of Darkness). 


I tre costituiscono l'intera backing-band del progetto solista dello storico tastierista degli Uriah Heep Ken Hensley (e ciò vale a dire che senza Ken Hensley stesso sono i Wonderworld). Il trio di Tiranti non perde tempo minimamente, in pochi anni è già giunto al terzo album ("III", recensito da poco sulle pagine telematiche di Giornale Metal con un 10 su 10), e la dimensione musicale a cavallo tra Hard & Heavy e Prog scelta dalla band è perfetta per venir "rivitalizzata" da un trio di musicisti di siffatta caratura. Lo avevo già accennato in sede di recensione, ma debbo obbligatoriamente ribadirlo qui, avendo assistito ad un concerto riuscito oltre ogni più rosea aspettativa. Roberto è navigato ed esperto, canta da anni ed è ancora a mille con la sua potenza e tecnica vocale. Estensione ed espressività sono intatte e migliorate grazie all'esperienza ultradecennale. 


Ma soprattutto a livello strumentale, non credo di aver mai visto una band così affiatata e potente quanto musicalmente versatile. Il basso di Roberto, la chitarra di Ken e la batteria di Tom non falliscono un colpo quando agiscono assieme. Anche la resa sonora appare perfino migliore del solito, dentro (e fuori) il Let It Beer. Tra i brani dell'ultimo album (bellissima la title-track!), qualche ripescaggio dai precedenti due ed un paio di covers ben scelte ("Voices" di Russ Ballard, che ho cantato a squarciagola, e soprattutto "Perfect Strangers" dei Deep Purple cantata dall'ospite speciale Marco Bruce Palazzi dei romani Sailing To Nowhere), Tiranti e soci si sono resi protagonisti di uno spettacolo con i controfiocchi. 

Rimane il tempo, alla fine, innanzitutto per ringraziare Freddy Rising perché mi ha gentilmente ospitato al tavolo che aveva prenotato, e poi per le consuete sessioni di autografi/selfies/acquisti di CD/saluti alla band... che subito, ciò che è avvenuto qui a Roma al Let It Beer si trasforma in ricordo prezioso da conservare gelosamente nella propria memoria. Grazie Let It Beer per esistere, e speriamo tutto il bene per Tiranti e la sua nuova band. Se lo meritano.

Alessio Secondini Morelli