UNA STAGIONE ALL'INFERNO - Il Mostro Di Firenze

Black Widow
Con il primo album di Una Stagione All'Inferno, la sempre (c)attiva Black Widow Records si conferma per quello che è sempre stata. Una label mirata a valorizzare il Lato Oscuro della miglior scena musicale di casa nostra. Il cosiddetto Dark Progressive et similia, se vogliamo. E ciò spesso associato all'immaginario più oscuro ed inquietante che autori e registi italiani potessero partorire nei migliori anni di "artigianato" cinematografico/televisivo del nostro paese. Ricordo come il mitico sceneggiato misterioso "Il Segno Del Comando" abbia ispirato una band omonima sotto contratto con la label in questione. Così come anche i Compagni di Baal... e in questi scenari si muovono, appunto, anche Una Stagione All'Inferno. Dopo un lungo periodo di "hyatus", la band ritorna attiva con quest'album, intitolato "Il Mostro Di Firenze", chiaramente ispirato a quello che sarà sempre ricordato come uno dei più misteriori ed assieme cruenti e raccapriccianti fatti di cronaca della storia del nostro paese. Finanche capace di ispirare prodotti artistici di questo calibro. Devo ammettere che ho rimandato per un bel po' di tempo il momento di scrivere questa recensione. Seppur fossi troppo piccolo quando i fatti accaddero (e parte degli omicidi erano avvenuti addirittura prima ch'io nascessi), la cappa di mistero e tutti i particolari che circondano il fatto di cronaca in esame desta ancora oggi una certa inquietudine a chiunque. Passando alla musica: su quest'album ci troviamo di fronte una formazione di ottima qualità e rinomata fama. Essendo presente l'onnipresente (carina la ripetizione eh!) Roberto Tiranti, attualmente uno dei più grandi cantanti Rock/Metal italiani se non il più grande, qui impegnato al basso ed ai cori. Assieme al chitarrista Pier Gonella, suo "partner in crime" nella Prog/Metal band Odyssea e membro effettivo anche dei Necrodeath. Completano la line-up i due membri storici della Stagione, il chitarrista/cantante/songwriter Fabio Nicolazzo e la tastierista/cantante Laura Menighetti. Infine, il batterista Marco Biggi, il sassofonista Paolo Firpo e... una sezione di archi (Kim Schiffo, Laura Sillitti e Daniele Guerci), per rendere il tutto più drammatico. E il disco in questione sicuramente è drammatico. La matrice Prog, anzi Dark Prog, è assodata. Ma asservita alla trasformazione in "fiction musicale" della vicenda riportata nel titolo, si trasforma in qualcosa di particolarmente inquietante, nelle atmosfere, nei barocchismi della sezione di archi, nelle lunghe introduzioni strumentali, caratterizzate da melodie in cui si possono riscontrare atmosfere analoghe alle colonne sonore dei tipici sceneggiati televisivi RAI degli anni '70, nonché alle altrettanto tipiche soundtrack dei migliori Horror e Thriller d'annata (Fabio Frizzi, Goblin), dove una chitarra elettrica con un timbro sonoro settantiano "a valvole" si incastona perfettamente con le svisate di pianoforte e organo elettrico. Emblematica in questo caso è la parte iniziale di "Nella Notte", particolarmente agghiacciante e rivangante sprazzi di "Mad Puppet" dei Goblin. Lungo tutta l'opera sono inoltre presenti intermezzi di rumore ambientale mirati ad immaginare con accresciuta enfasi le azioni del "mostro", ed a raccontarne le gesta con le voci dei mezzibusti del TG dell'epoca o con le voci registrate dai processi (come nel brano "Il Dottore"). Le parti cantate sono relativamente poche, e tutte rese in maniera splendidamente recitativa, in modo da enfatizzare ancor di più la forza narrativa dell'opera. Così s'alternano le varie spirali emotive scaturite fuori dai fatti raccontati, tra la suspence della citata "La Notte" (il momento dell'uccisione della coppietta appartata è raccontata nel testo della parte cantata e nello stesso momento resa sin troppo tangibile dai rumori degli spari del mostro e dalle urla delle vittime) e gli scenari di attonita rassegnazione collettiva, dominanti ad esempio ne "L'Enigma Dei Dannati" come ne "La Ballata Di Firenze". Altro non so dire, se non che... Una Stagione All'Inferno è sì riuscita a creare un'opera musicale di alta caratura ispirandosi alla vicenda del Mostro di Firenze. Altro paio di maniche sarà, se mi si concede la riflessione, decidere se la presenza sul mercato discografico di un prodotto del genere possa esser considerata da molte persone irrispettosa verso le vittime del cosiddetto "mostro"... oppure no. Certo, bisogna anche mettere in conto che oggi giorno viviamo un'epoca in cui uno dei dischi considerati tra i più epocali degli ultimi decenni, "The Downward Spiral" dei Nine Inch Nails, è stato inciso nella casa che fece sfondo al massacro della setta di Charles Manson... una cosa è certa: "Il Mostro Di Firenze" di Una Stagione All'Inferno non è assolutamente un disco che lascia indifferenti. Siete avvisati. Avvicinatevi quindi ad esso con la dovuta calma e propensione d'animo. Come se steste vedendo un film o uno sceneggiato televisivo sull'argomento trattato. E alla fine, tirate pure un sospiro di sollievo. Il mostro lo hanno preso. E non tornerà più. Almeno credo... 

Voto: 8,5/10 

Alessio Secondini Morelli