SACRAL RAGE - Beyond Celestial Echoes

Cruz del Sur
Secondo album per i Sacral Rage, gruppo speed-tech metal greco formatosi nel 2011. Questo ultimo lavoro s'intitola Beyond Celestial Echoes e tratta tematiche appartenenti al mondo fantascientifico che vengono narrate attraverso le storie di UL, un androide alieno. Da questa ispirazione la band ne trae osservazioni spazio-temporali che descrive con la sua musica molto tecnica, veloce e oscura. Possiamo notare come all'interno dell'album siano presenti numerosissimi cambi di registro e una grande attenzione per i dettagli, tutto ciò sottolineato dalle capacità compositive e tecniche della band. Il full-lenght è composto da otto tracce, inizia con Progenitor, un intro strumentale che fa subito immergere l'ascoltatore "nello spazio" trasmettendo un senso di tensione e attesa. Con Eternal Solstice, seconda traccia, si nota immediatamente la potenza vocale, quasi extraterrestre (se vogliamo restare in tema), di Dimitris K. Sono interessanti le molteplici variazioni stilistiche all'interno del pezzo, passando dal progressive all'heavy fino allo Speed metal, come in Vaguely Decoded e Suspend Priviledge dove dall'heavy si passa al death fino a tornare al progressive, questo è uno degli elementi peculiari dello stile del gruppo, che con grande maestria riesce a destreggiarsi in stili differenti riuscendo sempre a trovare un collegamento comune tenendo l'ascoltatore incollato alla sua musica e non facendogli mai perdere il punto focale del pezzo. Con Samsara (L.C.E.) è sorprendente notare l'intreccio di diversi passaggi più tecnici e veloci con lo stile caratteristico di un heavy più anni '80. In Necropia la melodia iniziale sembra immergere nuovamente l’ascoltatore nello spazio e una voce d’introduzione narra la perdita dell’equilibrio tra la sanità e la malattia mentale e di come, a causa di questo, si sprofonda nel caos. Il pezzo rende molto bene questo concetto riprendendolo in tutta la traccia e traducendolo poi in musica in maniera a dir poco eccellente. Importante sottolineare come i soli della chitarra di Marios P. che si susseguono nei vari pezzi sono tutti accomunati dallo stesso gusto, capacità compositive e una tecnica brillante e curata nei minimi dettagli, si nota come il chitarrista non segua mai lo stesso schema e di nuovo fa da padrona la grandissima capacità di spaziare da uno stile all’altro risultando sempre molto interessante. Dopo Onward to Nucleus , pezzo strumentale di 1 minuto e 43, suonato in acustico si passa all’ultima canzone, The Glass, probabilmente il pezzo più notevole all’interno di questo full-lenght, dove si distinguono in maniera particolare il basso di Spyros S e la batteria di Vaggelis F. che sono spaziali nel vero senso del termine, nota di merito non solo in questo pezzo ma in tutto l’album si sente la precisione e l’accuratezza in passaggi sia solistici e a maggior ragione nell’accompagnamento e nella grande tecnica e competenza che padroneggiano questi musicisti (magari in futuro sarebbe bello ascoltare più parti solistiche di questi due strumenti). I Sacral Rage hanno davvero superato tutte le aspettative proponendo un album che sorprende l’ascoltatore canzone dopo canzone mai risultando banali e impressionando sempre per la grandissima cura che non si perde mai in tecnica fine a se stessa ma al contrario riescono ad utilizzarla a loro vantaggio, ottimo lavoro. 

Voto: 9/10 

Silvia Pistolesi