GIORDANO FORLAI - Orso Bianco

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Coraggioso cantautore spezzino, attivo da parecchi anni sulla scena italiana (dal 1985 con vari gruppi musicali, solista dal 1995), Giordano Forlai rappresenta un caso singolare nel cantautorato italiano. La sua personalità colpisce l'ascoltatore fin dall'iniziale "Orso Bianco", all'inizio della quale il nostro evoca appunto il sentimento del Coraggio. L'esperienza musicale che caratterizza Giordano si sente. E stupisce piacevolmente per dei testi insolitamente profondi, musicati con buona maestria. Brani orecchiabili, ma quasi mai banali. Che nella loro semplicità, sanno essere quasi "epici" ("Pagine" mi piace particolarmente, rappresentando una forte esortazione a reimpadronirci della nostra Memoria Storica). La poesia di Giordano ammalia anche in canzoni piuttosto intimiste come "Sono Qui", "Sparami" e nella manieristica "L'Altra Parte Di Te" (in queste ultime due, se non erro, viene recuperata un po' della tipica espressività interpretativa del miglior Renato Zero). Emozione, emotività, urgenza di vivere e di consumare la vita. Questo cercano di comunicare le canzoni in esame. Fa capolino il Prog Rock negli arrangiamenti de "Il Viaggio", appassionata ed emotiva descrizione di un metaforico itinerario spazio-temporale alla ricerca di ipotetica "aria nuova" con il contorno di commenti vocali filtrati elettronicamente. "Nero" è un Rock senza fronzoli, martellante e disperato grido di ribellione a favore della propria "buia" intimità come luogo di pace dagli stress mondani (e dai postumi di un amore finito). La lenta, soffusa e poetica "Acrobata" è forse un po' troppo "cantautoralmente" stereotipata, ma non del tutto male, poiché caratterizzata innanzitutto da un discreto arrangiamento orchestrale, e poi... da un intermezzo leggermente "madrigalista" ("io voglio vivere... oltre quei limiti... di storia non in me"). L'immaginifica ballad "Blu" è ben riuscita nell'intento di descrivere lo "svolazzo" della propria anima libera dalle convenzioni del mondo umano (e tra l'altro contiene un assolo di chitarra "spaziale"). Momenti intimisti che vale la pena di descrivere usando la dimensione cantautorale... con una verve vocale che ricorda un po' Mango. La quale ritorna nei climi "battaglieri" di "Che Cosa Siamo Noi"(in duetto con un grandissimo Roberto Tiranti), rievocante le atmosfere delle title-track nel descrivere con disperata poetica la condizione umana. "Stare Soli" è anch'essa sul manieristico, ma efficace nel descrivere i periodi di solitudine che compongono la nostra vita, di pari passo con i momenti di speranza. Conclude il lotto la tipica canzone-dedica cantautorale "Marta", contenente anche un evocativo "mantra" vocale femminile (non so chi sia la cantante ospite). In finale, un buon prodotto discografico cantautorale con discreti picchi espressivi... e qualche tipico "manierismo" che nei dischi di settore sarà sempre presente. Supportiamo un cantautore che ha un po' più "coraggio" rispetto alla media. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli