AGONY FACE - CXVI Evolving Discharges

Sliptrick
Ecco una band che ha fatto della personalità e della propria “follia” sana in musica un modo di vivere e un credo. Perché c’è modo e modo di suonare technical death metal; chi vuole assomigliare agli Atheist oppure essere(e sottolineo essere) come gli Agony Face. No, non ho mangiato pesante; anzi, ma questi baldi meneghini, tornano con il nuovo album inaugurando il nuovo sodalizio con la label Sliptrick proponendo del surrealistic death metal come lo definiscono loro e, ascoltando la nuova fatica; c’è veramente da credergli sulla parola. L’opener ti butta nella mischia con “XXV The ionization”, scariche elettroniche e applausi e campionamenti non buttati lì ma sapientemente inseriti nel contesto controtempi con gran lavoro di chitarre e sezione ritmica. Il growl di Davide Guarinoni è potente e animalesco; le chitarre sono serrate e la batteria di Alessandro Bassi fila come un treno alternando accelerazioni, blast beats e controtempi. Le chitarre hanno un andamento “prog”inteso come progressione, perché è death evoluto e personale, la tecnica è dosata e con melodie orchestrali di stampo classico e un solo stupendo. “XXIII Connection” è devastante, ti annichilisce; controtempi e riffing compressi con un basso che fa il bello e il cattivo tempo, il growl è profondo ed espressivo e c’è un qualcosa di jazzato nella formula adottata dai nostri con gusto e tempi sapientemente spezzati ma che non rinunciano alla melodia. C’è persino un blast beats alternato a saliscendi ritmici e per certi versi devi impegnarti per capire dove la band vuole andare, ma è tutto calcolato; i nostri hanno anche un gusto progressive di gestire il metal estremo come il solo articolato e un tappeto elettronico con tocchi jazzati di basso e piatti. “XXIV Mat(h) bat(h) 3+3+3, qui salta fuori lo spirito surreale dei nostri ma anche futurista; ironico titolo e spirito libero allo stato puro in musica. Brano anche qui in controtempo di basso e chitarra con ampie rullate, poi ecco l’allargamento elettrico pieno di melodia del solo e intricati riff di chitarra con una sezione ritmica frenetica e precisa. I tempi sono serratissimi e devastanti; ma tutto sotto la lente del più puro death tecnico che ha il filo melodico sempre collegato, conclusione magistrale in accelerazione thrash/death con campionamenti che sono la costante del lavoro. Il brano, “XIX Mantra of sulphur” è atmosferico con le tastiere che ci portano verso un prog di taglio horrorifico; ed ecco la parte minacciosa con lo screaming che ripete in maniera continua sotto un tellurico assalto death metal con riff e sezione ritmica serrata. Un disco da ascoltare senza paraocchi e con sommo gusto; perché questi hanno grande personalità, dove l’assalto e la tecnica vengono bilanciati con taglio melodico e un filo d’ironia; Marinetti sarebbe orgoglioso di loro. 

Voto: 8.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli