Agonia |
Progetto strano, affascinante e denso di atmosfera questo che vede alcuni membri tra due realtà estreme unire i propri sforzi.
Ma se pensate che questo disco sia intriso di metal, vi sbagliate di grosso; perché qui non troverete nulla che riconduca al genere di riferimento delle band dal quale provengono i nostri.
Progetto nato dalle menti di membro facenti parte di band black metal quali Acherontas e Nastrond, il disco è intriso di atmosfere sacrali, e percussioni in cinque movimenti.
“Alignment I.Fa Ra On”, ci apre le porte verso un universo mistico; sintetizzatori, e ritmi ossessivi e inquietanti ci portano in una dimensione diversa dalla nostra.
La voce è evocativa e sembra cantare litanie cerimoniali con beats lenti e percussioni che ci introducono al rito sacro.
“Alignment II: TEI Re Re Re”, inizia con percussioni e tastiere con orchestrazioni e una voce evocativa, un brano dal fascino antico e che piano piano ti penetra dentro.
Le poche note di tastiera agiscono in simbiosi con le percussioni come se fossero un’unica cosa; si sente uno stile ambient e ancora di più una celebrazione sacra con strumenti etnici a inserirsi nel tessuto musicale e i synth che sembrano provenire da un’altra zona rispetto al nostro piano.
“Alignment III: Ana Hat”, si ricollega al brano precedente con synth inquietanti e spaziali, rumori e una sensazione di straniamento con percussioni.
Le tastiere sono presenti e danno un tappeto ambient e sonoro dal taglio evocativo con beats elettronici e voci femminili che intervengono a intervalli regolari in maniera soffusa.
“Alignment IV: La Ra”, aumenta ancora di più la sensazione di trovarsi in una dimensione oltre la nostra con gong, percussioni e i sintetizzatori dai suoni inquietanti e lontani anni luce da quello che siamo abituati.
Intervengono nella cerimonia anche strumenti etnici tra i quali un flauto a intessere melodie di stampo evocativo, le chitarre arrivano in coda con pochi ed essenziali accordi ma che aggiungono un’aura mistica al tutto.
“Alignment V : Egit Pro”, viene introdotta da note malinconiche di piano, voce maschile evocativa; tastiere e percussioni, una melodia sacrale e che proviene da tempi lontani.
Anche qui, suoni spaziali di taglio ambient riempiono l’atmosfera con percussioni fino alla conclusione.
Un disco consigliato soprattutto a chi ha mente aperta; un album strano, evocativo e affascinante; non ha nulla di metal, ma la qualità della composizione e l’intento sono percettibili.
Voto: 8/10
Matteo”Thrasher80”Mapelli