I Hate |
Il ritorno di questi tedeschi con questo secondo album, ci porta indietro nel tempo.
Infatti, se diamo un ascolto a questo disco, tutto, dal genere, alla copertina, alla produzione, ci fa portare col pensiero agli albori del metal estremo.
Il terzetto teutonico utilizza una formula semplice, ma efficace; tanta violenza, impatto vecchia scuola usando bene questi ingredienti.
L’opener “Cvlt” è introdotta da un rumorismo di fondo inquietante, quasi da film horror, con rumore di pioggia e campane a morto e una voce dall’oltretomba ci apre le porte del terrore in musica.
Poche rullate e un riffing che profuma di vecchia scuola ci fa capire già l’andazzo dei nostri; tempi veloci, riffing che più malsani e dissonanti non ci sono di scuola thrash/death e un growl sporco e un chorus che ti entra in testa.
I cambi di tempo sono precisi con rullate dosate e blast beats a inframezzare l’assalto.
“Chaos” viene introdotto da un basso che col suo riff dissonante viene replicato dalle chitarre; il brano poi diviene cadenzato, feroce con tempi tellurici di batteria e un giro di chitarra che sembra rubato ai Morbid Angel di prima carriera.
Il brano poi prende una rincorsa thrash/death con tempi serrati di chitarra, growl profondo e rullate, violenza e devastazione vecchia maniera, il solo è breve e adatto al genere proposto.
“Feast” inizia con rullate e un riffing maligno, per poi deviare verso tempi sostenuti di batteria e un riff di scuola thrash/death.
La scuola tedesca qua viene fusa con quella floridiana di fine anni 80 e un’accelerazione thrash metal sporca e selvaggia da goduria estrema.
“Them” è l’ennesima sassata vecchia scuola, veloce, diretta e senza fronzoli; tanta energia in salsa thrash/death.
La band bada molto al sodo, con riff sulfurei, marci e maligni; i tempi veloci con rullate imperiose sono tipiche di un certo modo di suonare del genere; c’è anche una gran bella cavalcata selvaggia e sporca a inframezzare il tutto fatta veramente con sommo piacere, roba per intenditori e da headbanging puro.
“Second skin” è un brano veloce, virulento e diretto ;figlio del thrash/death sporco degli eighties.
Sembrano la versione più corrotta dei Possessed; voce ferocissima e bestiale, riff che più evil non si può, batteria che non perde un colpo come il basso; brano che prende anche un’accelerazione furiosa al secondo minuto, difficile resistere.
Se siete abituati a sonorita iperprodotte, effettate e fighette dei tempi moderni, fermatevi; non è la musica che fa per voi; ma se volete tanta sana genuina violenza in musica, sporca e della vecchia scuola avete trovato il gruppo che potrebbe farvi venir un sorrisone beato.
Voto: 7.5/10
Matteo”Thrasher80”Mapelli