EVILFEAST - Mysteries of the Nocturnal Forest

Eisenwald
Prima di recensire questo disco, c’è da fare una breve premessa, ma è utile per entrare nel discorso. Questo album in origine uscì nel 2004, e fu il primo album che la band polacca fece uscire sotto l’egida della Old Legend Prod. Ora la Eisenwald lo rimette sul mercato per venire incontro alla voglia degli appassionati del genere di recuperare un buon disco di black metal melodico. “Ode to a rising fullmoon”, è un introduzione ricca di orchestrazioni e tastiere magniloquenti, tipiche del genere con una melodia oscura di taglio sinfonico. “Immerse into cold mist” è un brano tipico del black metal norvegese di taglio melodico di qualche decennio fa; mid tempo cadenzato con un riffing che più norvegese non si può e uno screaming alto e lacerante. Ci sono anche accelerazioni più sostenute per dare un cambio di passo; la melodia è presente nel riffing, e nelle orchestrazioni di tastiere che riconducono al genere come certi riffing di chitarra e i blast beats furiosi. “The woods arte sacred” apre con chitarre imperiose e rullate di batteria che danno un senso epico e oscuro; il brano poi prende una piega più maligna con blast beats e riffing zanzarosi e le tastiere ben in evidenza. I tempi sono vari, si va dalla tipica sfuriata a parti più cadenzate con riffing maligni ma conservando la melodia fredda e oscura che è tipica dello stile. Le tastiere svolgono un ruolo principe cesellando melodie e atmosfere dal sapore epico, melodico e oscuro. “Solitude apotheosis” è un breve brano strumentale che fa da ponte; atmosfera inquietante suggerita da synth e tastiere che compongono melodie orchestrali e di taglio sinfonico. “The black heavens open” è un brano cadenzato, con chitarre zanzarose nel riffing melodico e dissonante; il black metal melodico norvegese è la fonte primaria d’ispirazione dei nostri; lo screaming è alto e acido. Le tastiere sono melodiche e fanno da tappeto atmosferico con le orchestrazioni per dare più respiro alla composizione; anche le chitarre intessono un tappeto atmosferico breve prima della sfuriata in blast beats non priva di melodia, il brano poi si conclude in maniera dissonante tornando al punto di partenza. Buona ristampa, ma se questo disco in origine fosse uscito dieci anni prima della sua reale pubblicazione avrebbe avuto un impatto diverso; album buono ma fortemente debitore dello stile dei primi Dimmu Borgir. 

Voto:7/10 

Matteo”Thrasher80”Mapelli