ABSTRACT VOID - Back to Reality

Flowing Downward
Secondo capitolo per questo interessante progetto di questa one-man band, un musicista che ha una personalità molto ben spiccata e che da veramente la prova di cosa voglia dire metal estremo. Perché chi ascolterà questo disco le cose saranno due; o rimarrà schifato, oppure come il sottoscritto rimarrà stupito e felice; tutto dipende dall’apertura mentale. In questo album due mondi apparentemente lontani si toccano; quando il black metal più aperto guarda oltre e incontra la musica elettronica e synthwave escono grandi album come questi. L’opener “Winds of reminiscence”, fa già capire quello che ci si prospetta; tocchi di synth che sembrano adatti più ad un panorama dance e poi ecco l’apertura con chitarre e scream inequivocabili; il tutto con una melodia malinconica di fondo e un mid tempo di batteria. Sembra la colonna sonora perfetta per un film di fantascienza; beats electro, tastiere ad alta concentrazione atmosferica ed emotiva e sotto un fuoco organico che esplode in armonia con accelerazioni e riffing di taglio nero. “As i watch the sunset fade” sembra concepito da un dj che è stato ad una jam black metal; attacco che più electro e ballabile non si può con un tappeto di synth dalla melodia acchiappa tutto. Ma ecco che arrivano anche riff, arpeggi e batteria a dare corpo ad un brano che ti entra nella pelle; difficile stare fermi, perché la composizione è coinvolgente, piena di melodia ma non dimentica l’impatto del metal diluito in questa formula unica. “Disconnected” sembra intessere note di synth care alla darkwave anni 80,poi ecco il rullante di batteria che preannuncia il blast beat e un riffing che elettrifica in maniera potente la melodia delle tastiere. Elettronica e metal estremo in una nuova fonte musicale; lo screaming è lacerante ma messo volutamente in secondo piano rispetto agli strumenti; qui l’organicità dell’up tempo della batteria e del riffing si sposano alla perfezione con la profondità emotiva delle tastiere con melodie melanconiche. “Sigh” è la conclusione di questo bellissimo e interessante viaggio con tappeto di synth, batteria elettronica; fanno molto anni 80 è vero, ma è affascinante e vieni rapito dalla costruzione melodica dei riffing melanconici ; sembra un brano di John Carpenter riportato nel nuovo millennio. Quando i mondi si toccano escono dischi stupendi come questi se c’è passione, impegno e cuore; chi l’ha detto che la musica cosiddetta sintetica è fredda? Qualcuno dovrebbe ricredersi dato il calore del disco a livello emozionale. Non mi stupirei di sentire un album come questo suonato sia nei festival metal che nel regno della musica electro, ovvero il Futureworld, bravo! 

Voto: 8.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli