BLAZE BAYLEY - The Redemption Of William Black

Blaze Bayley Recordings
Torna il blasonato Blaze Bayley, di fama Wolfsbane e... ancor di più, Iron Maiden (Bruce è tornato all'ovile ma... chissà se i Maiden-fans ricordano con affetto il suo sostituto per la seconda metà degli anni 1990...). E torna con il suo undicesimo album da solista. Il terzo di una trilogia che comprende anche i due precedenti ("Infinite Entanglement" del 2016 e "Endure and Survive - Infinite Entanglement pt II" del 2017). Trilogia che si basa su un concept di pura science fiction intitolata "Infinite Entanglement". Dunque... chiarendo subito il fatto che la band nominale di Bayley (i Blaze, appunto) è costituita di ottimi strumentisti capaci di un discreto affiatamento musicale, e chiarendo che le produzioni dei suoi dischi sono sempre tra il buono e l'ottimo... cosa dire di questo terzo capitolo "concept"? Beh... consideriamo innanzitutto che io sono uno di quelli la cui opinione è la seguente: a me Bayley non piace affatto come cantante. Puro e semplice. E' solo un'opinione, beninteso. E forse molti lo hanno mal digerito come sostituto di Dickinson nei Maiden, dato il suo registro vocale ben più ridotto... mi rendo conto che questa'opinione forse mina un po' la fruizione della sua produzione da solista. Lo riconosco. Nonostante ciò, ho cercato di essere il più oggettivo possibile nel mio giudizio. L'album ha la consueta buona produzione da disco Heavy Metal attuale, la musica è discreta tanto in perizia strumentale quanto a livello compositivo. L'idea di comporre un concept è anche piuttosto interessante. Però, dobbiamo mettere in piazza anche i difetti nel risultato finale. L'ombra dei "suoi" Maiden è perenne in questo disco, forse eccessivamente (in alcune composizioni addirittura ho sentito somiglianze/citazioni per "Man On The Edge" e "Virus"). Ma questo sarebbe anche un pregio se non fosse per il fatto... che certe composizioni faticano un po' a decollare in quanto a carisma ed efficacia. Sono su una buona media compositiva, ma... non fanno assolutamente saltare dalla sedia. E poi... non prendetemi, vi prego, per quello che odia Blaze incondizionatamente. Non è così. Metto le mani avanti. Ma debbo fare il mio duro lavoro di recensore e ripetere che... la sua voce non mi pare proprio il massimo. Il suo timbro vocale sarà sicuramente "peculiare", ma... purtroppo oltre ad avere, come detto prima, un registro piuttosto ridotto, il nostro non sembra saper mettere eccessiva enfasi nel suo cantato. Nelle performance vocali di Bayley, almeno su questo disco, manca quel quid in grado di fare la differenza. E penalizza quindi il valore di un progetto sicuramente abbastanza ambizioso. Ciò nonostante il disco non è pessimo, anzi. I continui interventi di voci narranti fanno il possibile per mantenere la tensione drammatica della narrazione a un livello buono. In finale, l'album non va oltre una risicata sufficienza. Purtroppo, a rigor dell'oggettività, debbo anche fare il recensore "cattivo". E tirar fuori la seguente "antipatica" ma secondo me giusta frase: potrei chiedermi a questo punto quanti ottimi albums di Heavy Metal sono stati pubblicati, solo nell'anno in corso, che hanno una qualità eccellente ma non hanno un decimo della visibilità di "The Redemption Of..." solo perché, su detti dischi, non è presente nessuno che abbia avuto un passato nei Maiden. 

Voto: 6/10 

Alessio Secondini Morelli