VANHAVD - Låt Köttet Dö

Autoprodotto
Trentacinque minuti di album in sole tre canzoni: mega siringata unica e la facciamo finita con il mondo intero oppure siamo al cospetto di un disco stellare? È quello che ci accingiamo a capire con l’ascolto. Dopo interminabili cinque ascolti completi, io decreto che non siamo di fronte ad un capolavoro, senza nulla togliere al vostro insindacabile giudizio. Il primo brano appare alquanto ripetitivo e scialbo; con suoni duri e voce death / a tratti black, si quello ok, ma il riff del giro portante è molto banale. La musica cambia letteralmente con l’ascolto del secondo pezzo. Qui gli “otto minuti e cinquantacinque secondi” (appare lunghissimo anche da scrivere) volano letteralmente, proponendo un bel brano. Dall’andatura cadenzata dell’inizio, ad una atmosfera più tranquilla (ma sempre dannata) per poi velocizzarsi e diventare black metal (soprattutto per il timbro canoro del vocalist). Direi il migliore delle tre canzoni. All’interno di questo brano sono presenti inoltre elementi progressivi e chitarre pulite (di stile Western, andate ad ascoltarlo e confutate questa mia…) L’”azzeccatissimo” cede il passo alla terza ed ultima “fatica” dopo un minuto circa di suonini e campanellini parte un giro doom. Al momento appare noioso, ma il brano è una sorpresa, anch’esso progressivo, contiene passaggi fantasiosi, al punto tale da ritornare all’ascolto forzato e di rivalutare anche il primo brano, che ora appare molto diverso dai primi ascolti… ma come avete fatto a cambiare le carte in tavola …. Ora anche questo brano si manifesta a me povero mortale come una vera bomba esplosiva. Consigliato !!! 

Voto: 7,5/10

Flavio Facchinetti