Joe Satriani, live Anfiteatro di Ponente, Molfetta (BA) - 21/07/2018


Vedere in azione Joe Satriani e' un'esperienza. Lo e' perche' questo chitarrista e' maledettamente bravo, assolutamente padrone del proprio strumento. Non dimentichiamo che e' stato maestro di chitarra e che le sue lezioni private sono state impartite anche a personaggi come Steve Vai, a sua volta un inarrivabile virtuoso, e Kirk Hammett, che ha influenzato generazioni di musicisti. Parafrasando il titolo dell'album in studio piu' rappresentativo di una splendida carriera, Surfin' With The Alien del 1987, sembra di vedere in azione un uomo bionico, un creatore di suoni al di la' dell'umano.

Ma il bello dell'arte e' che talvolta le cose che appaiono inconciliabili si incontrano da qualche parte sull'arcobaleno delle emozioni (somewhere over the rainbow...) Ed ecco che l'uomo bionico, l'alieno Satriani riesce a trasmettere una grande sensibilita' umana con il suo chitarrismo spesso intenso, lirico e struggente. Joe Satriani e' una meravigliosa macchina del suono, dalle sue magiche dita fuoriescono sonorita' che trafiggono, spiazzano, accarezzano e travolgono. Talvolta le sue note sembrano provenire da una tastiera, da un sintetizzatore o semplicemente da un altro pianeta. A volte suona la chitarra con i denti, come faceva Jimi Hendrix, indimenticato padre ispiratore di tutti i chitarristi elettrici. Naturalmente per esaltare le doti del leader ci vuole una band di musicisti completi, non di semplici comprimari.

Il bassista Bryan Beller con il suo pulsare intenso, il batterista Joe Travers con il suo fantasioso picchiare e il tastierista/chitarrista Mike Keneally con il suo abile interagire con il "capo" sono un valore aggiunto allo show, che fluisce per quasi due ore senza annoiare. E questa e' una cosa impegnativa perche' la musica strumentale e' generalmente piu' ostica e difficile da seguire sulla lunga durata. La scaletta del concerto e' chiaramente incentrata sull'ultimo, ottimo lavoro What Happens Next del 2018. Un lavoro improntato al rock puro, come dimostrano pezzi incisivi come Energy, Catbot, Thunder High On The Mountain, la piu' ritmata Superfunky Badass e la piu' melodica Cherry Blossoms. Cataclysmic e' tratta dal recente Shockwave Supernova del 2015 mentre e' abbastanza ampia la selezione estratta dal gia' citato Surfin' With The Alien del 1987.

Satch Boogie e' ' una sorta di manifesto sonoro, una firma del chitarrista che si ascrive in una gloriosa tradizione della storia del rock. Ricordiamo in proposito il Jeff''s Boogie di Jeff Beck e il Buck's Boogie di Donald "Buck Daharma" Roeser dei Blue Oyster Cult. Satch Boogie veniva talvolta suonato come intro di Lazy in quegli ormai leggendari concerti in cui il nostro salvo' i Deep Purple piantati in asso da Ritchie Blackmore nel bel mezzo del tour mondiale 1993/94. Ascoltiamo la sempre impeccabile Circles e poi quel gioiellino di tecnica e cuore intitolato Always With Me, Always With You. Joe Satriani non canta, ma la sua chitarra sa parlarci di sentimenti veri e profondi, come dimostra magistralmente questo brano. Il finale e' affidato a un altro classico del repertorio, Summer Song da The Extremist del 1992, un brano incalzante e dalla linea melodica irresistibile. Il bis e' affidato a una veloce jam che avrebbe potuto sfociare in Highway Star nel corso della quale il chitarrista spreme fino in fondo il proprio strumento. Che dire, Joe Satriani e' un chitarrista perfetto, impeccabile. Qualcuno potrebbe dire che lo e' troppo, che la sua musica e' piu' di testa che di cuore ma anche qui, come abbiamo gia' detto, le cose sono piu' variegate e meno scontate. Il pubblico dell'Anfiteatro di Ponente, formato da un pubblico misto di metallari, amanti del rock classico e di appassionati della chitarra a prescindere dal genere, tributa all'artista una sentita standing ovation che fornisce il giusto onore a una grande serata di ottima musica. 

Silvio Ricci