HORSEMAN - Of Hope, Freedom and Future

Massacre
È un metal di taglio moderno che però strizza e molto l’occhio a soluzioni melodiche che affondano nel metal classico quello dei tedeschi. Un disco che esce a ben sette anni di distanza dal precedente “Distortion of liberty” peraltro ristampato nel 2015. Un’attesa che però è pienamente ripagata da un lavoro compatto, distruttivo ma che sa dare tante soddisfazioni. L’opener E titletrack, fa capire già l’intento della band teutonica; arpeggio epicheggiante che viene elettrificato da chitare gemelle. Questo brano fa da intro per “A thousand wars”,brano di estrazione metalcore, con chitarre pesanti, batteria tellurica e screaming; riffing stoppati si susseguono a un basso compresso che a cambi repentini in up tempo. A dare una mano alle vocals ci pensano i cori da battaglia di estrazione hc/thrash; brano violento, cupo e minaccioso. “Hunters” è possente, con riffing compressi e moderni; mid tempo pesante, con screaming urlato e quasi rappato. Ma ecco che arriva l’accellerata di taglio thrashy con chitarre graffianti, per lasciare spazio al mid tempo e al solos di taglio melodico. “The monsters i feed” è una cavalcata modern thrash dal feeling thrash metal; basta sentire il riffing serrato che è di scuola Bay Area. Lo screaming da un bel contributo aggressivo con un growl a fare da controcanto e un chorus pulito e chitarre melodiche; un brano di bella presa con un solos di tradizione thrash. “Die gedanken sind frei” è una canzoncina cantata da una vocina infantile, che potrebbe sbalordire più di un ascoltatore metal ma serve da rampa di lancio per la successiva e terremotante “Teach them to question” veloce, tellurica dal riffing serratissimo e thrashy; un brano ben costruito, un mid tempo con un taglio melodico metallizzato e uno screaming arcigno. Il chorus è pieno di epicità, un ritornello da cantare a squarciagola, e con un solos che profuma di Priest, metallo bollente e caldo. “An open mind to break the walls” ha un titolo esplicito, arpeggio epicheggiante per questo breve brano strumentale che sfodera l’artiglieria con chitarre gemelle di scuola heavy ; epicità pura. “The giant” è tellurico, potente, rasoiate moderne e feeling vecchia scuola; un brano devastante con accelerazioni di scuola thrash/death. Qui l’aggressività è palpabile ma fusa ad un marchio vecchia scuola modernizzato a dovere; sentitevi il solo virtuoso e con bel feeling. Un disco eccellente, caldo, potente; rispettoso della tradizione metal ma al contempo stesso moderno e aggressivo; una bomba davvero, grande ritorno. 

Voto: 80/10  

Matteo ”thrasher80”mapelli