DOOMED - 6 Anti-Odes To Life

Solitude
Una carica di atmosfera cala su di noi all’ascolto di questo lavoro, che a primo acchito non riesco a “catalogare” come vorrei. Molte atmosfere, tempi lenti, voce tra il death e il black, suoni di chitarre rock/metal. Senza dubbio di fascino e la cosa mi si concretizza durante gli ulteriori ascolti. dopo gli otto minuti di Doors, che scivolano via in un attimo, tanto ti prende il pezzo, una chitarra acustica crea una base triste e malinconica dalla quale parte un elegantissimo assolo di chitarra, Aura è un pezzo che ti vuole riportare all’antico splendore del gothic dei primi anni novanta? Perché con me c’è riuscito. Giri alla My dying bride/Paradise lost, tanto per far capire “in che mondo viviamo”. Su una base lenta atmosferica con intrecci di chitarre melodiche una voce doom potente, pesante e ipnotizzante ti accompagna con successo all’ascolto del brano. Gli undici minuti di Touched sono più cadenzati, e la voce si alterna tra il death e il black, regalandoci un’altra malinconia (stavo per scrivere “gioia di canzone” … azz, anch’io dove ho la testa!!) pura, ben suonata, ben orchestrata e di sicuro impatto in tutta la sua lunga suite. Ora un sofisticato groove di tamburi introduce la canzone madre di tutte le tristezze, una delicata agonia che si trasforma e si rende palese solo negli ultimi istanti, quasi a morire col finire del brano. I nove minuti di Reason vengono introdotti da un coro, ancora melodie lancinanti e la voce camaleontica che si trasforma stavolta cantando in modo normale, stupendoci ulteriormente per l’ennesima atmosfera creata. Le utime due canzoni ascoltatele da soli, ma sappiate: il Death / Doom scorre potente in questa band che ha molto da dire, con eleganza e maestria, come si addice ai messaggeri di questo tipo di messaggio. 

Voto: 7,5/10

Flavio Facchinetti