THE SUNBURST - Resilience & Captivity

Volcano
Per la “Volcano Records”, i Savonesi ‘The Sunburst’ presentano al mondo il loro ambiziosissimo ultimo lavoro “Resilience & Captivity”. Dopo 4 anni dall’uscita del loro primo album, “Tear Off the Dakness”, anche questo un ottimo lavoro che ho avuto il piacere di recensire. Entrando nelle dinamiche di mercato comprendiamo quanto sia sempre più difficile per una band riconfermarsi commercialmente parlando, ma non solo, soprattutto a livello qualitativo. Nel lasso di tempo da un album all’altro, questa band non ha solo atteso la nuova ispirazione, hanno infatti imposto la loro linea musicale e il loro particolare sound con un’intensa attività live. Possono infatti vantare concerti in Austria, Slovacchia, Lettonia, Lituania, Rep.Ceca e altri Paesi, hanno anche condiviso il palco con molte band importanti, solo per citarne qualcuna i ‘Primal Fear’, “Punkreas’ e altre. Il titolo di per sé contiene la chiave di lettura dell’intero lavoro, mostra idealmente a livello emotivo il netto contrasto esistente fra due parti dell’esistenza, o meglio due diversi atteggiamenti. La prima è la Resilienza, ossia la capacità del singolo di affrontare e superare gli eventi traumatici della vita, e l’altra la prigionia e soccombere. Questo non è un concept album, è per lo più un invito all’ascoltatore di non arrendersi , porta con sé un significato davvero profondo. I Sunburs, spaziano dal pure Hard Rock sino a giungere all’Heavy Metal più estremo, ma la loro musica merita un ulteriore approfondimento, a tratti c’è dell’Alternative ma soprattutto del Post-Grunge. La band ligure, all’attivo dal 2014 è composta dal singer e chitarrista Davide Crisafulli, accompagnato dall’infuocata chitarra di Luca Pilieri, alla batteria troviamo Stefano Ravera e al basso Francesco Glielmi. Il disco è composta da 10 tracce per una durata di circa venti minuti o poco più, questa è forse l’unica pecca, un tema così importante con una musica bellissima meritava qualche minuto in più. Il platter si apre con “Resilience” un intro che dura circa un minuto, che introduce “ “Crows and Dust”, potente le chitarre energiche accompagnano una performance vocale da inchino, cala la tensione con “Diamond” importante sottolineare la cura del songwriting. Arriva la ballad ,“What if”, colpisce all’istante, di facile assimilazione, anticipa la Title track. Bellissimo il Post Grunge si tocca con mano in questo pezzo, il mio preferito, la band non ha mai nascosto l’ammirazione per i Soundgarden. La costruzione di “World on Fire” è complessa e particolare, cambi di ritmo a più riprese. “Phoenix” più semplice serve ad arricchire la trama musicale di un buon lavoro con il progressive. In coda troviamo la cover di un artista immenso come “Jeff Buckley”, ossia “Eternal Life”, nulla da dire, solo da gustare. Questo gruppo italiano Metal non ha nulla da invidiare alle band più blasonate a livello internazionale, anche questa volta sembrano aver colpito nel segno. Noi, dal canto nostro, possiamo assicurargli una carriera quanto il più lunga possibile. Scacco matto ragazzi! 

Voto: 8/10 

Angelica Grippa