PHOBOS - Phlogiston Catharsis

Trascending Obscurity
I francesi Phobos prendono il nome da uno dei satelliti del pianeta marte, un pianeta inospitale per l’uomo. Generano una musica fredda, glaciale, oscura come lo spazio siderale, ma non priva di atmosfera. Un’atmosfera maligna, crudele e dissonante; un lavoro che va ascoltato con attenzione. L’ opener “Biomorphorror” è creata con beats elettronici ci avvolgono con riffing monotoni e tempi lentissimi, poi la scarica elettrica, diretta, potente e dissonante. Quasi un impulso nello spazio recondito; i synth creano echi e riverberi inquietanti e sembra di essere in una colonna sonora di un film di fantascienza. Lo scream è profondo, evocativo; quasi a voler celebrare le profondità dello spazio. “igneous trephrapotherosis” è un brano retto da riffing potenti e dissonanti, carichi di echi e riverberi, batteria elettronica in mid tempo e screams. Rabbia sorda, dolorosa e con un eco maligna nel lavoro di chitarra, ritmo industrial freddo e malvagio. “Aurora sulphura” sembra una versione cyber dei tedeschi Einsturzende Neubaten votati all’estremo. Riffing lontani; ritmi e beats lenti, scariche soniche e scream sembrano lambi nello spazio, la melodia è bandita ma l’astrazione della coscienza qui è totale. “Taqiyah rhyzom” è lenta, sacrale, con riff monocordi, monotoni come una cerimonia blasfema e drum machine. Lo scream è trattato con echi e basi elettroniche, rendendolo ancora più feroce e inquietante; non c’è pace ma solo devastazione dello spirito con riffing densi e nerissimi. Un disco da prendere a piccole dosi, nero, glaciale e distruttivo; perché i nostri sanno creare veramente un’aura malvagia e siderale, un album grandioso. 

Voto: 8.5/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli