DESERT STORM - Sentinels

APF
Composto da gran bei giri “rotondi” questo Sentinels si presenta davvero bene. Visibilissima, sia in termini di stile che si sound l’influenza Kyuss, e chi lo nega, mica ci fa dispiacere, anzi, i dieci brani scorrono veloci, al fine che “il riascolto” appare fin doveroso nei confronti di questa band. I riffs sono ossessivi, a tal punto di quasi annoiare l’ascoltatore, per quanto siano ridondanti (Canzone Too Far Gone e canzone Brew). L’occhio di riguardo si posa sulla voce del cantante, che emerge senza difficoltà, regalandoci vocalizzi graffianti caldi e profondi e belle melodie, anche se a tratti monotonali. Nei pochi assoli presenti nel disco le chitarre si sanno far velere, dimostrando che la tecnica c’è. Quasi sottovoce affermiamo che potremmo cadere nella trappola e sostenere che le canzoni si assomigliano un po’ tutte, ma ci sono vari momenti che vogliono diversificare i brani, bridge tra i riffs, stacchi e atmosfere, quindi per quanto ci riguarda, la saltiamo a piedi pari, anche se il confine è vicinissimo e un brano rimane anonimo rispetto ad un altro, fino a che l’ascoltatore non dedica al disco gli ascolti dovuti. Il full-lenght non va comunque sottovalutato in quanto esistono al suo interno momenti che valgono e che a mio avviso avrebbero dovuto essere sviluppati maggiormente. Tra i brani che più mi sono piaciuti ci sono Kingdom of Horn, che è uno dei brani più originali del disco, seguito a ruota da Gearhead con una band che dimostra che i carboni ardenti sotto la cenere ci sono e sono pronti a prendere fuoco. 

Voto: 6/10

Flavio Facchinetti