BLACK STONE CHERRY - Family Tree

Mascot
Per la Mascot Records in questo 2018, i ‘Black Stone Cherry”, ci presentano con orgoglio la loro sesta fatica in studio “Family Tree”. Album che come si deduce dal titolo si lega profondamente a quelle che sono le loro origini, provenienti dal Kentucky, questo lavoro sembra intriso di profumi e atmosfere derivanti dal sud degli Usa, inoltre ci deliziano brano dopo brano con energia e potenza. L’impronta stilistica della band, che si è definita in 20 lunghi anni d’attività, tra album ed Ep, è condita dall'inebriante quanto carismatico graffio della voce di Chris Robertson, che si accompagna alle chitarre della fantastica accoppiata Robertson-Ben Wells e ancora sostenuto dalla sezione ritmica curata nei dettagli da Jon Lawhon e John Fred Young. A due anni di distanza dal precedente “Kentucky”, ci regalano 13 pregevoli tracce che parlano di un rock roccioso e accattivante, un Classic Hard Rock con la vena blues che non abbandona l’intera raccolta, aggiungo che la fusione tra questi due generi ha prodotto nella storia forse la musica più bella, giudizio alquanto personale. Ed è proprio questo che si propongono da fare, creare attraverso un loro personalissimo percorso, un ponte tra musica vintage e sperimentazioni più o meno varie che pongono le basi per lavori nuovi. Sin dalla intro si respira il Southern Rock, con “Bad Habit” e “Burnin'”, brani che dettano legge su quelle che saranno le linee guida nell’intero platter, aggrediscono in un certo senso e colpiscono catturando l’attenzione dell’ascoltatore. Le note grandiose del pianoforte tessono la trama di “New Kinda Feelin'”, trionfa splendida e divertente, lasciando il passo all’incantevole blues di “Carry me on down the Road”, adorabile. Gli States fanno da sfondo ad una canzone che ad ogni nota ne denota la provenienza, parliamo di “My Last Breath”, uno dei più belli, cori di stampo soul si accompagnano al calore trascendentale del singer, toccano nel profondo. Pregevole nella struttura anche “Dancin’ The Rain” dove le chitarre protagoniste, tra cui quella del re del jam, Warren Haynes, ci regalano un esibizione di chiaro stampo blueseggiante, a tratti appare improvvisato, caratteristica tipica del genere. Allegria e dolcezza per “Ain’T Nobody”, ancora cori femminili in questa come in “James Brown” sostenuta da una base chiaramente funk. Il figlio di Chris Robertson di soli 5 anni partecipa al coro di “You Got the Blues”, non si fanno mancare nulla, temerari e bravissimi. Si apre l’ultima parte dell’album tutto in Classic Hard Rock, parliamo di “I Need a Woman” e “Get Me Over You”scelgono di chiudere con la title track intrisa di Hammond e passione. Non hanno sbagliato una singola canzone, tutte importanti, strutturate bene, cantate a meraviglia e suonate come Dio comanda. Tutti in piedi per musica così, tutti inchinati al talento puro dei “Black Stone Cherry”.Good, very good! 

Voto: 9/10 

Angelica Grippa