GIOVANNI LINDO FERRETTI - A Cuor Contento

No Music
Questa volta parliamo di un clamoroso ritorno sul mercato discografico di un protagonista che accanto ad un’originale produzione musicale ha sempre affiancato un impegno critico a livello politico. Giovanni Lindo Ferretti era scomparso da un bel po’ dalle scene, più musicali in realtà, poiché è stato protagonista di alcuni episodi sui social sempre legate al panorama geopolitico del momento, sicuramente una figura controversa, ma che ha caratterizzato la scena musicale degli ultimi 30 anni. Dopo due anni in giro per varie date con il tour che da il nome alla raccolta “In concerto a cuore aperto” ci presenta un lavoro minimalista nell’aspetto fisico ma di un’intensità importante. Aggiungiamo che quest’uomo ha compiuto un vero percorso spirituale lungo tutta la sua vita, più ribelle nella parte giovanile vicino all’ideale comunista e componente dei CCCP, in seguito ha smorzato i toni adattandosi alla scena attorno che stava cambiando e guidando i CSI. Comprendiamo come ascoltare questo artista fa compiere un vero viaggio culturale oltre a raccontare storie che si intrecciano anche con la stessa stor4ia d’Italia e alle sue vicende personali. Questo percorso ha cambiato profondamente l’artista sino all’ultima tappa, la conversione al cattolicesimo e il suo avvicinamento alla fede, un punto di arrivo importante per un’artista che ora da valore a quella parte nella sua vita. “In concerto a cuore aperto” riprende si i brani che hanno segnato oltre 25 anni di carriera, ma ne modifica l’aspetto se è vero che alcuni si presentano fedeli, altri appaiono totalmente restaurati tanto da sembrare canzoni nuove. Si inizia con il violino di Ezio Bonicelli in “Disperazione Caspica”, bellissima in tutte e due le versioni, ma per vedere il cambiamento dobbiamo scorrere oltre sino ad “Amandoti” e Annarella”: la prima perde i connotati di pezzo malinconico e triste per lasciare spazio ad un’atmosfera più soft e orecchiabile, mentre il secondo resta uno dei pezzi che facilmente colleghiamo all’autore. Il carisma di Giovanni nel trattare tematiche così importanti appare ancora sconvolgente e lo si vede anche in un altro suo classico “Radio Kabul”, ripercorre un’altra tappa importante per tutti i nostalgici e per coloro che amano la musica impegnata semplicemente. C’è da aggiungere come ha detto lo stesso cantautore che ha dovuto cambiare in più parte i testi adattandosi alla nuova scena politica e sociale per esempio lì dove si parava di “strada aperta”, ora si parla di “strada interrotta”. “M’importa na sega” rimane fedelissimo all’originale, la sua scelta è stata di cambiare anche la performance vocale degli stessi brani creando uno stacco con la linea vocale degli anni ’80. A volte percepiamo che i brano siano suonati con strumenti diversi in modo differente. Questo concerto con gli amici storici come Luca Alfonso Rossi e Ezio Bonicelli è una boccata d’aria in un mercato discografico sempre più in crisi che lascia poco spazio alla qualità. Ben tornato Giovanni! 

Voto: 8/10 

Angelica Grippa