CROSSING ETERNITY - The Rising World

Rockshots
La label RockShots ormai da qualche tempo è sinonimo di qualità nell’ambito delle uscite discografiche, dove queste ultime inflazionando il mercato, spesso potrebbero portare le case discografiche stesse a scelte azzardate che minerebbero la stabilità di tutto quello che gli ruota attorno. Com'è facile intuire, non è il caso di questa particolare formazione, che risponde al nome di Crossing Eternity. La band dislocata a quanto pare tra Romania e Svezia è al suo debutto discografico con il nuovo The Rising World, un album abbastanza in linea con quello che è lo schema power metal, che vira molto su una concentrata parte epica nel sound. Si comincia subito con un buon brano, Crossing Eternity, dalle forti tinte melodiche, senza dimenticare un ottimo suono di chitarre che sono ben bilanciate tra sezione ritmica e vocals. La particolarità che ha questo brano è che ricorda alcuni vecchi episodi di Bruce Dickinson da solista, senza trascurare le influenze derivate dai vari Queensryche e Virgin Steele. Procedendo con l’ascolto, la seconda Ghost Of A Storm va a richiamare gli italianissimi Rhapsody, quelli meno orchestrali e tecnici però, dei primi tre lavori. Interessante e metallizzata la successiva Sand In The Sky, in cui vi è un irresistibile refrain, che è in questo caso molto personale. Diciamo tranquillamente che i Crossing Eternity, anche se sono al loro primo lavoro in studio, non sono certo degli sprovveduti, poichè nelle varie song che si susseguono, una dopo l’altra, si può notare un’eccellente preparazione tecnica e un ottimi gusto per le composizioni particolarmente intricate, fatte di potenza e melodia. Un lavoro godibilissimo, che nonostante le forti influenze derivate dalle band citate prima e molte altre, riesce a non annoiare mai l’ascoltatore. Tra l’altro dopo l’ascolto ripetuto delle varie e azzeccate canzoni quali Kingdome Come o la veloce e furiosa Journey To The End Of Dreams, rimane sempre qualcosa di positivo all’interno della propria mente, segno questo che i ragazzi hanno saputo fare centro. Pur non inventando nulla di nuovo, ma a volte non ce ne bisogno, sono riusciti nell’intento di realizzare un ottimo primo disco, di cui andare sicuramente fieri e verso una strada già in discesa, che gli regalerà sicuramente delle belle soddisfazioni. 

Voto: 8/10

Sandro Lo Castro