Concerto Primo Maggio a Taranto, grande successo come sempre con qualche mugugno


Non si può dire certamente che il concerto del Primo Maggio a Taranto non sia stato un successo. Tanta gente da ogni parte d'Italia e non solo del sud, anche se la popolazione meridionale è stata ovviamente prevalente, ha presenziato a quello che è ormai diventato un appuntamento fisso annuale in terra ionica. Discutibile il palinsesto. Troppi gli artisti commerciali, o pop come dir si voglia, anche se rispetto alle passate edizioni è stato più dato spazio agli artisti locali. Un esempio su tutti la presenza dei bravissimi Mother Nature, capeggiati da Wladi Rizzi, autori di una pregevole prestazione a supporto del loro ultimo lavoro in studio. Per il resto tanta noia nei momenti delle testimonianze.

Per carità, sono state trattate delle tematiche importanti, ma in un clima di festa l'eccessivo parlare di temi violenti e cruenti, ha rovinato anche lo stesso messaggio di un evento che avrebbe dovuto mettere maggiormente l'accento sulla musica. Cosa emerge intanto rispetto al passato di questo Primo Maggio tarantino. Intanto è sembrata ormai evidente la presa politica degli organizzatori, diciamo in un certo senso contaminato dalla flotta dei 5 Stelle. Un aspetto che stona se messo a confronto con le precedenti edizioni. Noioso e ripetitivo anche il monologo di Travaglio, già presente sul palco di Taranto e che diciamolo: ha un po' stancato. Differentemente è stato commovente l'intervento della giornalista de Le Iene Nadia Toffa, ormai cittadina di Taranto adottiva. Poi il messaggio da censura dei vari No Tav e via discorrendo, che hanno spudoratamente attaccato le forze dell'ordine, che tra l'altro erano li presenti a garantire la sicurezza di tutti. La logistica è stato cambiata in virtù delle normative vigenti che hanno notevolmente complicato l'afflusso degli spettatori.

La zona è risultata poco fruibile, creando non poche difficoltà in sede di parcheggio a chi è giunto sul luogo con la propria autovettura ed ai residenti che hanno dovuto chiedere il supporto delle guardie giurate per garantire la serenità dei propri condomini. Certamente il grande impegno dell'organizzazione va rimarcato ed è impareggiabile lo sforzo che ogni anno viene fatto. Probabilmente con un maggiore supporto da parte delle istituzioni locali, tante sbavature potrebbero essere evitate nelle prossime edizioni. Anche se per onor di cronaca, va rimarcato che le spese dei bagni chimici costati poco meno di diecimila euro, sono state affrontate dal comune. Ma passiamo alla musica. Poco rock duro nel palinsesto come dicevamo e tanto pop, rappresentato da Emma Marrone, Piotta, Brunori Sas, Levante, Noemi, Irene Grandi e Teresa De Sio.

Fa infatti un po' rabbrividire la presenza di tre artiste attinenti con i talent che francamente stonano con quello che da sempre è il clima che dovrebbe esserci nel Primo Maggio. In questo caso non parliamo solo di Taranto, ma anche di Roma, dove un concerto che dovrebbe essere di protesta assomiglia sempre di più ad una serata del festival di Sanremo. Eppure nelle ore più popolate invece di dare sfogo al rock si è pensato di far esibire gli artisti più noti, probabilmente erroneamente, perché il tutto ha danneggiato notevolmente l'arte. Strano vedere un gruppo che ha fatto la storia del rock italiano come i Modena City Rambles, un tempo tra le band di punta della scena, esibirsi sotto il sole cocente dinanzi a pochi intimi. E che dire dei Lacuna Coil, l'unica band attesa dal popolo metal esibirsi praticamente a fine evento.

Prova impeccabile quella di Cristina Scabbia e compagni, che hanno cantato quattro dei loro brani più noti e terminato lo show assieme ai Rezophonic di Mario Riso. Inutile dire che i media sono stati danneggiati dalle varie esclusive, ma ormai sono anche queste le regole della nuova comunicazione. E che dire di noi poveri giornalisti, messi quasi in castigo in un angolo del dietro le quinte, ad attendere i vari artisti che si presentavano con alcuni che hanno completamente snobbato la stampa, senza dare la giusta importanza a chi quel giorno era li per fare il proprio lavoro. Ottimo però il lavoro degli addetti stampa, a cui va un grosso plauso per la loro efficienza e professionalità. Da rimarcare la buona prova dei Bud Spencer Blues Explosion e Vinicio Capossela, mentre sono risultate deludenti le prestazioni di Mezzosangue, Mama Marjas e Ghemon. Magari per la prossima edizione ci vorrebbe più tarantinità sul palco, visto che ormai tra chi presenta l'accento romano fa da padrone. Per il resto ben vengano questi eventi, purché si cerchi di organizzarli sempre meglio e con meno disagi.

Maurizio Mazzarella