ALBERTO RIGONI - EvoRevolution (feat. Marco Minnemann)

BTF
Diavoli di bassisti! Nel Metal sono le persone meno in vista, rispetto a chitarristi e batteristi. Ma nel loro piccolo, se buona parte dei "quattrocordàri" si limitano a seguire pedissequamente la ritmica "campando di rendita" (esempio più classico: Ian Hill), dall'altra ci sono persone che, partendo dall'esuberanza di gente come Steve Harris, Chris Squire e Markus Grosskopf (e non disdegnando Pastorius e Patitucci in fase didattica), hanno trasformato il basso, Metal e non, in... qualcosa d'altro! E lo hanno fatto zitti-zitti cacchii-cacchii, senza farsi accorgere da nessuno! Irrompendo poi sul più bello, con un'esplosione di creatività fortemente incentrata sul proprio strumento! Ed ecco Alberto Rigoni, maestro a 4 corde, con la grande esperienza derivatagli dal suonare con Twinspirits e Mistheria, così come dalle collaborazioni con esuberanti ed eccentrici progetti del calibro di Vivaldi Metal Project e Bassist Alliance Project, che trova anche il tempo per un'attività da solista, peraltro abbastanza longeva (6 albums in 11 anni), la quale comprende ora anche il presente, settimo lavoro "EvoRevolution", con il quale il nostro trova anche modo di collaborare con il bravissimo batterista tedesco Marco Minnemann (The Aristocrats, Paul Gilbert). Risultato? Esaltante! A patto di tener presente una cosa alquanto importante. Di certo, prima di approcciare un lavoro del genere, è bene acquisire una certa familiarità con l'ambiente musicale di Rigoni, così come in generale del bassismo Prog-Metal (e non) che lui rappresenta. Difatti, sono convinto che "EvoRevolution" non possa esser compreso con un solo ed unico ascolto, soprattutto se distratto. Se prestate attento e reiterato orecchio, però, e vi addentrate più a fondo nel lavoro artistico di Alberto, il feeling che troverete sarà tutto particolare, assortito e... piacevole. Ma dovrete avere la volontà di fare ciò, di sospendere il giudizio e lasciarvi andare. Effettivamente, il nostro si rivela come uno strumentista skillato ma allo stesso tempo dotato di un particolare tocco "di cuore", capacissimo di mostrare all'ascoltatore tutto lo spettro delle tecniche solitamente utilizzate nel bassismo Rock/Metal, con maestria e dedizione, nonché buon gusto melodico. In coppia con Minnemann, Rigoni ci propina qui una suite di 34 minuti omonima (più la piacevole traccia bonus "Back To Life" di circa 4 minuti), ripeto, strettamente dedicata agli amanti delle varie sfaccettature del suono del basso elettrico. Tempi dispari, ma con cuore, si alternano con scale dissonanti quasi fusionistiche, fondendosi poi con sequenze di armonici, parti pesantemente effettate con il Flanger e passaggi con distorsore "a palla" (e la batteria di Minnemann si fa qui più potente e coriacea!), "luoghi sonori" più rarefatti e d'atmosfera, singole note "soliste" relativamente alte... sì, qui in questo disco troverete il basso così come ancora troppo poco si conosce, con suoni nuovi, assortitissimi (forse anche troppo!) nei vari passaggi e cambi di tempo che la suite in esame presenta. Gli stati d'animo cangianti rappresentati dai vari movimenti di questa suite possono essere molteplici: l'ansia, la rabbia, l'auto-determinazione, l'euforia... il tutto anche marginalmente rappresentato da samplers extra-musicali (una voce radiofonica, l'ansimare di una persona) che contribuiscono a incanalare l'ascoltatore nel relativo "mood" di ogni movimento della suite. Si tratta quindi un lavoro "progressivo", dedicato ai Prog Metal (e Prog Rock) fans più oltranzisti innanzitutto... poi, anche agli amanti dello strumento basso (in ottica Prog Metal, ma non solo!) che si vogliano render conto dello stato dell'arte in quanto ad evoluzione delle sonorità toccate, macinate ed assimilate dal magico strumento a 4 corde. 

Voto: 7,5/10 

Alessio Secondini Morelli