GUS G. - Fearless

AFM
Quarto album solista per il chitarrista ellenico Gus G. (al secolo Kostas Karamitroudis). Ben noto al pubblico per far parte da circa 20 anni della Power Metal band dei connazionali Firewind, ma famoso soprattutto per la militanza in bands di portata internazionale quali Ozzy Osbourne, Arch Enemy e Dream Evil tra gli altri, il nostro fa tesoro di tutta l'esperienza accumulata e, pur molto dotato tecnicamente, non si limita più al solito album strumentale "da shredder" bensì, come nei due precedenti, recluta un vocalist (in questo caso Dennis Ward, anche bassista, produttore e co-autore delle songs) per poi rendere la sua chitarra protagonista di un manipolo di belle canzoni. Lo spettro delle sonorità Hard & Heavy proposte da Gus su quest'album rappresenta, naturalmente, il risultato della lunga militanza nelle bands di cui sopra, e dell'influenza che tali bands hanno profuso sulla sensibilità artistica del bravo axeman greco. Il nostro riesce a passare con nonchalance dal classico Heavy Metal a dell'ottimo Hard d'annata ("Big City"), fino a toccare certe tendenze più moderne (senza scadere nel più bieco e minimale Nu-Metal, s'intende). La tecnica esuberante dei momenti solisti è ottima e non difetta per nulla il feeling. Anche negli unici due brani shredding-strumentali, la prorompente title-track e la terremotante "Thrill Of The Chase", il livello è sempre alto. A livello di songwriting non ci sono cali di tono, le prestazioni tecniche del power-trio (completa la formazione Will Hunt alla batteria) sono ottimali e la produzione risulta pulita, energica e perfetta, pur tutt'altro che anacronistica. Insomma, Gus G. dimostra con quest'album di rappresentare una certa cerchia di chitarristi che, stufi marci di tenere sempre il riflettore su se stessi e sulla propria sei corde, nonostante conservino il tocco da "virtuoso", preferiscono sempre più la situazione band completa con vocalist, dove la propria chitarra possa profondersi al proprio meglio limitatamente al giusto spazio all'interno di un brano song-oriented, anziché reggere costantemente uno strumentale dall'inizio alla fine (cosa, si è ormai capito, ormai considerata dai più alquanto stancante e non sempre gratificante). Questo fa onore a Gus G., certo. E il disco è veramente pregevole. Nulla da eccepire... a parte una cosa: la rilettura metal del classico "Money For Nothing" dei Dire Straits. Per quella, se piace o no, fate vobis. io mi astengo da ogni giudizio. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli