KILL RITUAL - All Men Shall Fall

Dissonance
I californiani Kill Ritual, dato il nome che portano potrebbero essere immessi nel calderone del thrash metal. Per certi versi hanno qualche assonanza con lo stile, ma non lo sono del tutto, dato che il gruppo fondato da Steve Rice(ex Imagika) mischia abilmente metal moderno americano, con squarci U.S. metal e thrash. L’opener “Tales of woe” inizia con un arpeggio sinistro di chitarre acustiche sul quale si stagliano percussioni, e un tappeto di tastiere con voci trattate e una risata in sottofondo. “This addiction” è puro thrash metal potente, riffing grattati con parti percussive di batteria, il brano è potente, il singer canta in modo pulito e acuto; i cori danno ancora più enfasi al brano. I solos sono della tipica scuola thrash, melodici e lancinanti, ma il clima è drammatico e teso, un brano potente e senza pietà. La titletrack richiama il prog moderno, controtempi di batteria, riffing serrati di chitarra di marca U.S. metal danno un’aura drammatica al tutto e il singer col suo cantato pieno di pathos mette tutto il suo colore; il chorus è ben fatto, i solos in armonizzazione sono tipici del metal classico di stampo americano.

“Save yourself” è un brano potente e con riffoni dal taglio u.s metal dal piglio oscuro e drammatico; un brano ricco di pathos, mid tempo condito da rabbia drammatica nel tessuto sonoro del brano. I solos sono virtuosi e hanno il marchio del puro metal americano. “Dead man on the water” è aperto da chitarre acustiche, voce pulita, sembra quasi grunge per poi aprirsi potente con riff spessi, un mid tempo drammatico sottolineato dal singer che offre una prestazione piena e convincente. Un brano con ampio spessore e pathos. “Lies” è un prog moderno potente, graffiante, riffing di chitarre affilate, melodia drammatica attraverso un cantato aggressivo ma pieno di pathos; la sezione ritmica ha cambi di tempo e fluidità nell’insieme, i solos sono melodici e tipici del metal americano di stampo heavy metal. Un disco sfaccettato, il metal qui rappresentato è di ampio spettro nelle tonalità del più puro metal americano con squarci prog, un buonissimo ritorno. 

Voto: 7.5/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli