CREMATORY - Oblivion

SPV
Una intro pomposa e sinfonica, una voce narrante cavernosa. Con questo incipit cinematografico, i tedeschi Crematory, tra i prime-movers della scena Gothic/Death Metal nell'Europa Continentale, hanno deciso di dare il là al loro nuovo album "Oblivion". Il quattordicesimo della loro carriera. Il resto del disco si immerge perfettamente tra tutti i classici capisaldi stilistici del Gothic Metal di ordinanza. Tra voci maschili modulate attraverso il tipico "Growl" del Death Metal, influssi pianistici piacevolmente "goticheggianti", copiosi arrangiamenti sinfonici e armonie corali femminili (la cantante Katrin Jüllich è anche la tastierista della band) che si fondono con pesanti riff metal (ottima la produzione delle chitarre), su mid-tempos rocciosi e poche altre variazioni di ritmo. I nostri hanno avuto il tempo di migliorare il songwriting durante i loro lunghi anni di attività, e di contaminarlo anche con accenni Industrial-Elettronici (filtri vocali, campionamenti), come è ben palese ad esempio nella terza traccia "Ghost Of The Past". La produzione cristallina rende quantomeno piacevole l'ascolto di tutto l'album, e non vi è dubbio che, come il drummer e leader storico Markus Jüllich afferma nella bio, "l'intento è sempre quello di asservire la musica ad un songwriting di altissimo livello", oltre che ad una solida produzione e ad un perfetto apparato di arrangiamenti. Per questo motivo i nostri si sono avvalsi della collaborazione di Stefan Glass (che ha arrangiato le parti orchestrali), Dirk Riegner e Walter Stobbe, ad affiancare ed integrare l'operato del produttore titolare Kristian Bonifer.

I risultati di tale duro lavoro si sentono tutti. Il prodotto è veramente ottimo. Ma... c'é un ma. Come detto prima, la musica dei Crematory risulta comunque "adagiata" sul genere che da sempre propongono. Ragion per cui, il disco farà la felicità di chiunque adora da sempre le sonorità tipiche dei più classici albums di Paradise Lost/Anathema/My Dying Bride. Non sto certo criticando i nostri, sto solo constatando i fatti. Quindi, si tratta pur sempre di un disco "settoriale". Certo, ma settoriale di gran lusso, data la qualità della produzione e l'ottima perizia tecnico/compositiva. I nostri portano le sonorità Gothic Metal ad altissimi livelli, insomma. Ma naturalmente, questo è tutto ciò che potete trovare in un disco dei Crematory, nulla più. Forse, tale forte impressione di "settorialità" è dovuta all'ossessiva presenza dei cantati "growl" di cui parlavo prima. Spesso durante l'ascolto appaiono forzati, e associati alle vocals pulite sembrano un po' fuori contesto, mentre sono dell'idea che se i nostri iniziassero ad orientarsi più sulle vocals pulite, tipiche ad esempio della semi-poppeggiante "Stay With Me", forse si aprirebbero per loro nuove strade (come, in fondo, è accaduto ai Maestri Paradise Lost). In effetti, proprio nell'appena citata "Stay With Me" il cantato pulito la fa da padrone, inserito anche abbastanza bene nel contesto, e ciò la rende certo la song più interessante del disco. Giudizio finale: se non siete assolutamente assidui ascoltatori di Gothic/Death Metal, lasciate perdere. Rischiereste di annoiarvi. Ma se invece adorate il genere, e soprattutto se amate i Crematory, troverete "Oblivion" un ottimo album. 

Voto: 7/10 

Alessio Secondini Morelli