BURDEN OF GRIEF - Eye of the Storm

Massacre
I tedeschi Burden of grief sono una sicurezza per chi fosse rimasto orfano delle sonorità death melodiche che andavano di moda nei primi anni 90. Perché la band che esiste fin dal 1994 torna a4 anni di distanza dal precedente disco “Unchained”. L’opener preceduta dall’intro “Inception” che è una breve strumentale che apre il disco con chitarre armonizzate, è anche la titletrack, ricalca tutti i crismi della perfetta canzone melodic death svedese; chitarroni potenti, tempi veloci di batteria in up tempo con alternanza con ritmi cadenzati e growling vocals. Sembra veramente di sentire i cari vecchi In flames prima della sbornia alternative, il solos è di buona qualità melodica con richiami al metal classico come da tradizione. “The angel” ha un arpeggio melodico di apertura prima delle rullate di batteria seguite dalla doppia cassa, un brano percussivo, potente e che è aggressivo con dosi di melodia sapiente; il growl è chiaro e potente; c’è qualcosa di marca Dark tranquillity nella melodia di chitarra.

Il solos è melodico e ben costruito, il ritornello è fatto per essere scandito a piena voce in sede live. “Broken” è un pezzo death metal con influenze thrashy, diretto, con riffing grattati; la batteria ha uno stile percussivo, che si smorza nel ritornello con up tempo in sincronia con il ritornello e le armonie create dalle due chitarre. “Killing spree” è un brano veloce, anche questo con carica thrash metal diluita nell’impatto sonoro marca death metal melodico; un brano con riffoni heavy; tempi cadenzati durante il ritornello armonizzato dalle chitarre; il riffing richiama la scuola melodica. “A dying breed” è sostenuto da chitarre armonizzate e ritmo retto dalla doppia cassa, il growl è aggressivo e chiaro, qui si sente chiaramente la scuola thrash metal, soprattutto di scuola americana, il tempo si fa più cadenzato nel ritornello, la melodia è ridotta all’osso perché qui si predilige l’impatto. La conclusiva “The funeral cortege “ é aperta da arpeggi malinconici, per poi aprire al melodic death metal con tempi possenti di chitarre e batteria veloci e un growl rabbioso; le chitarre macinano riff su riff e soluzioni melodiche in alternanza; anche qui il solo è di qualità melodica e melanconico. Un disco che non brilla per fantasia, ma è solido, ben fatto, con le regole di pura marca melodic death impresse col fuoco. 

Voto: 7/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli