SHRAPNEL - Raised on Decay

Candlelight
In gergo bellico lo shrapnel, era un proiettile che esplodeva frantumandosi in mille schegge devastanti, non lasciava prigionieri sul posto, e prende il nome dal suo inventore, l’inglese Henry Shrapnel. Perché tutto questo? per dirvi che non fanno prigionieri ed è devastante questa band inglese di Norwich. Questi ragazzi hanno fatto gridare al miracolo la stampa specializzata per un debutto terremotante e bissano la cosa con questo secondo full, dopo tre anni di distanza. La band ha avuto l’intelligenza di modernizzare, e brutalizzare a dovere il thrash metal delle origini; migliorandolo, rendendolo ancora più esplosivo, pur conservando alcune sue caratteristiche. L’opener “Hollw earth” è semplicemente devastante; riffing a metà strada tra thrash e death metal, batteria da cambi di tempo improvvisi, un proiettile sonoro infuriato, e screaming rabbiosi; solos lancinanti e tanta violenza sonora. “Complete resection” è percussiva al massimo, batteria che pesta ma è precisa in questo up tempo, riffing assassini e serratissimi, vocals death metal velenosissime; assolo stupendo, tecnico e che fa vedere che i nostri sanno anche essere virtuosi.

“Jester” è un pugno levato, un brano in up tempo che è perfetto; riffing potentissimi, si sente la vecchia scuola che pulsa sotto e dentro il nuovo sangue; riff precisi che però nella parte solista fanno sentire il gusto per la melodia, le vocals acidissime e rabbiose ti scagliano sul muro come il rallentamento a metà del brano prima del godurioso solo. “Pariah” è una pietra tombale per quanti si sforzino di scopiazzare male gli idoli thrash del tempo che fu; perché i nostri sanno scrivere eccome brani come questo; tanta furia, grinta, in questo mid tempo thrash/death metal, che accellera maligno con rallentamenti e cori da battaglia che si stagliano attraverso screaming alti e furiosi. “Carved from above” sarebbe piaciuta ai Testament moderni per la sua carica esplosiva; conserva un profumo di Bay Area riveduto e corretto. Batteria percussiva, basso potentissimo, riffing serrati a incastro e screaming più metal che mai; sentitevi l’assolo in armonizzazione e ditemi se non vi siete mai sentiti così rinvigoriti da tale potenza e soprattutto sostanza heavy metal. La titletrack profuma di anni 80 con quell’arpeggio di chitarra acustica prima di sparare una bordata sonora urticante di puro thrash metal; batteria che è una macchina da guerra, ma qui è tutto l’impianto che funge, un brano stupendo nella sua anima integra, con un respiro epico e classico. Ragazzi un discone che fa capire che il thrash può avere nuova vita, una versione 2.0, se migliorato e riletto senza perderne un’oncia della carica devastante primigenia; avanti Shrapnel!! 

Voto: 9.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli