Rage/Firewind - Legend Club, Milano - 6 Gennaio 2018

Dopo una bella giornata di festa passata comodamente a casa tra tanto cibo, lego e costruzioni con i bimbi, con sottofondo i Goatsnake e i Moonspell, e la visione di Kung-fu Panda, arriva il momento di uscire per recarmi al Legend club. Guardando fuori dalla finestra comincia a subentrare un senso di “non voglia”, “meglio di no” … fa freddo e piove, e chi si muove per andare a Milano da solo? Forza e coraggio, e dopo aver arduamente combattuto col mio spirito da pensionato, decido di uscire. Purtroppo il telefono col satellitare mi abbandona a meta’ strada e dalle 19.00 ora di partenza da casa, mi perdo per l’interland milanese, tra ztl, tangenziali e sensi unici. Sono le 21.00 quando decido di riprovare a recarmi al locale per l’ultimo tentativo prima di tornare a casa sconfitto… La strada me la ricordavo, ma mi rendo conto che l’ultima volta che sono andato al Legend Club era tre anni fa … arrivo a destinazione in totale sconforto alle 21.40. Grazie ad Andrea Bernini che risolve un “misunderstanding” con gli accrediti, (a lui dedicata la recensione, ed ancora grazie per la fiducia) entro nel locale e scopro che i Firewind non hanno ancora suonato!! Pensavo di essere arrivato in ritardo mostruoso e che i Rage fossero a metà concerto, ed invece come si suol dire “the best is yet to come !!!!!” Il tempo di entrare, arrivare tra le prime file e cominciano a soffiare i “vento di fuoco”. Il locale e’ pieno, e non e’ cosa da poco arrivare tra le prime file.

La band e’ ben amalgamata, mi colpiscono il bassista, che zitto zitto e neanche tanto in penombra crea un tappeto sonoro di impatto e il tastierista/”secondo chitarrista al bisogno” che sempre col sorriso sulle labbra sforna nota su nota, addirittura in certi pezzi tiene con la sinistra l’accordo con la chitarra e con la destra suona la tastiera, si alterna tra destra e sinistra del palco. La voce a tratti fa un po’ di fatica a mantenere ed ad arrivare alla nota giusta, ma la vera testa di diamante è data dal nostro amatissimo Gus G. Il ragazzo e’ un demone sulla chitarra, riffs taglienti, assoli velocissimi, linee melodiche di alto livello, scale anche fuori dalla classica maggiore o minore, tapping, neoclassicismi pulitissimi , ogni tecnica chitarristica viene inserita nel brano allo scopo di arricchire la composizione. Non li ho mai seguiti piu’ di tanto, considerandoli un classicissimo gruppo power metal come tanti altri, con un bravo chitarrista, ma alla fine basta vederli in un concerto per farmi cambiare completamente idea su di loro e sul loro powermetal che tanto classico non era.

Vengono suonati pezzi che sono di stile piu’ heavy metal con delle ricerche di modernita’ chitarristica, e soluzioni mai banali. Da ascoltatore dapprima staccato, e curioso, mi rendo conto che dopo qualche canzone sto saltellando come un ragazzino al ritmo dei brani, e alla fine del concerto devo dire : gran pezzi. Il momento clou del concerto e’ quando Gus G scende tra il pubblico e suona un infuriato assolo tra la gente che fotografa e vuole “toccare il mito”, mentre note pulite e precise vengono sparate dalla sua bella Jackson. Purtroppo in men che non sia dica, la fatidica frase: “we have time only foro ne song” ma come? Il concerto sembra cominciato da poco, in men che non si dica ecco entrare i rage. In parte a me ho un amico venezuelano di Marcos Rodriguez, e una ragazza che mi fa vedere un tatuaggio dei rage sul braccio, una volta conosciuti, si parla innanzi tutto della formazione “nuova”. Entrambi abbiamo la stessa idea: i nuovi Rage sono molto piu’ Rage rispetto all’ultima incarnazione (di tutto rispetto) della band con Victor e Mike.

Sembra che il teutonico sia ritornato sulla band, che negli ultimi anni era forse stata piu’ alla ricerca della tecnica… non e’ la prima volta che li vedo con questa formazione, l’altra volta avevo goduto il concerto, ma stavolta ragazzi cari chi non era presente ha perso davvero qualcosa. Vengono sfornati uno dietro l’altro i grandi classici che hanno caratterizzato la band, nuovi brani che hanno una buona presa sul pubblico, inoltre mi fa presente la ragazza vicino a me: -Guarda quanto e’ pieno il locale, i Rage sono tornati alla grande, li ho visti la volta prima che sono venuti, non c’era nessuno… in effetti il Legend e’ ancora piu’ pieno di quando sono arrivato io. Marcos che la volta scorsa l’ho visto ottimo chitarrista, ma sul palco un po’ statuario, timido stavolta e’ il personaggio della serata neanche un vecchio lupo come “il Wagner” riesce a tenerlo a bada. Okkio Peter che questo ti ruba la scena !!! a parte gli scherzi: un alter-ego come Peavy non ne ha mai avuti. Risposta ai cori, mai fermo, sorridente, un vero trait d’union all’interno del gruppo, unisce la musica (e … che musica!!) al rapporto umano, scambia qualche parola in italiano col pubblico, … veramente “unico” a questo giro. Mai mi sarei immaginato partendo da casa stasera di trovarmi a cantare heaven and hell in medley con holy diver come tributo “for Ronnie” suonato dai Rage con alla voce Marcos!!

E che voce oltre che scrivere: che guitarist !!! finito il “primo set” la band torna nel backstage, ed e’ stavolta il batterista il primo ad uscire, ed ad incitare i cori coi nomi dei due “addetti alle corde”. Anche lui tecnicamente non fa una grinza, sia sui nuovi brani che sulle canzoni vecchie, dove anzi aggiunge fantasia di groove e colpi ai gia’ bei arrangiamenti di batteria relativi ai vecchi pezzi !!! i titoli delle canzoni non me li ricordo tutti, ma da nevermore passiamo ad end of all days, higher than the sky, straight to hell, don’t you fear the winter… tra le tante suonate per circa un’ora e mezza. Il concerto e’ cominciato alle 11.00 circa e sono gia’ le 00.25 ma chi si e’ accorto del tempo passato… Caro Peter Wagner: ti ho conosciuto con il tuo primo disco, sono sempre stato un tuo fan e ti ho visto tante di quelle volte in concerto da veramente aver perso il conto, ma anche stavolta mi hai sorpreso!! Gran bella band, gran belle canzoni. I’m ready for the 40th anniversary ! Manca poco… Ti ho aspettato un po’ fuori dal backstage, ma poi me ne sono andato, avremo modo ri rivederci ancora. Grazie per lo show. Uscendo dal locale noto Gus G. che parla col pubblico, firma autografi e scatta foto. Così si fa, i fans vanno coccolati e curati, oltre che ottimo strumentista, ottima persona! 

Flavio Facchinetti
(foto Luca Bernasconi LoudAndProud.it)

P.S. La redazione di GiornaleMetal.it ringrazia sentitamente la Eagle Booking nelle persone di Andrea Bernini e Saverio Mollica per la disponibilità e la cortesia dimostrata nei confronti del nostro giornale multimediale.