PHILIP H. ANSELMO & THE ILLEGALS - Choosing Mental Illness As A Virtue

Season Of Mist
Phil Anselmo è un pazzo! E questa mia affermazione può esser letta in tante di quelle maniere, ma un po' mi darete ragione, scavando tra i suoi vari trascorsi musicali e tutte le sfaccettature del personaggio in questione. Per tutti gli anni '90, principalmente come cantante dei Pantera, Phil è stato senza dubbio uno dei capistipite internazionalmente riconosciuti del vocalizzo Metalcore/Groove Metal più estremo, assieme a Max Cavalera dei Sepultura e Rob Flynn dei Machine Head. Ma il nostro è anche un personaggio estremamente controverso. La sua instabilità ed eccentricità di carattere, gli abusi di alcool e droga nonché i suoi saltuari atteggiamenti apparentemente "simil-nazi" gli hanno attirato parecchie antipatie, mettendolo nei guai anche con la sua (ex-)band di appartenenza. Purtuttavia, nel bene e nel male il nostro è da tempo osteggiato ed amato in egual misura. Ed ora che, purtroppo, a causa di un assassino schifoso che ha tolto la vita a Dimebag Darrell, i Pantera non possono più esistere (e riconciliarsi con lui), il nostro inghiotte il boccone amaro, e si esprime come meglio crede nei suoi vari progetti musicali post-Pantera (Down, Superjoint Ritual), alcuni dei quali nati anche come contemporanei agli stessi Pantera. L'attività musicale di Anselmo deve restare di certo tenuta in alta considerazione, per una coerenza di fondo ed un ottimo mestiere che non si possono non riconoscere. Da questo concetto si parte, nell'analizzare il secondo album della sua band denominata "Philip H. Anselmo & The Illegals", in uscita il 26 di gennaio. Avendo avuto la possibilità di ascoltarlo tutto in anteprima, vi posso assicurare che è un lavoro musicalmente ad altissimi livelli. Ma è anche qualcosa di spaventosamente devastante e spiazzante, come un macigno gettato da un cavalcavia.

Vi assicuro che nonostante una produzione ottima, ci troviamo difronte ad un quasi inclassificabile sound a metà strada tra il Grindcore, gli Slayer ed i Morbid Angel. Con tempi cangianti ma frenetici e quasi snervanti. Vi assicuro che l'estremismo sonoro presente in quest'album non è cosa da lasciar indifferenti. Il nostro tra l'altro cerca di variegare il suo cantato in bilico tra il growling incazzoso (per cui è sempre stato maggiormente conosciuto) e lo screaming al limite del Black Metal. Parti di chitarra caratterizzate da un tremolo-picking inumano almeno quanto il blast-beat della doppia cassa della batteria vanno di pari passo a tanta inaudita rabbia, resa ottimamente da cambi di ritmo repentini quanto brevi. Non so davvero un "ascoltatore medio" cosa ne possa pensare, ma sento in questo "Choosing Mental Illness As A Virtue" una furia plasmata in musica in maniera talmente viscerale da affermare che pochi dischi possano essergli uguali. E quindi, nonostante le controversie del personaggio in questione (o forse proprio per queste), mi sento di affermare che l'espressione "genialità fatta della stessa sostanza della sua follia" (da me spesso e volentieri usata per descrivere Syd Barrett) credo si adatti abbastanza, seppur con le dovute proporzioni, anche a Phil Anselmo ed alla sua band. Un gran merito musicale va a Phil e alla sua band per questo ferale disco di... Brutal Sludge Metal, come viene descritto nelle note biografiche promozionali! E alla fine mi rimane solo il fiato sufficiente per dire: ascoltatelo, metallari! L'album tra l'altro uscirà in diversi formati: CD-Digipack apribile a croce rovesciata (!), audiocassetta (!!), vinile in diversi colori. Buon appetito! 

Voto: 9/10 

Alessio Secondini Morelli