HOODED MENACE - Ossuarium Silhouettes Unhallowed

Season Of Mist
Well... è la prima volta che mi cimento nella recensione di una band Doom-Death Metal (o Funeral Doom, come ha preso più recentemente ad esser definito il genere in questione). Un tipo di sonorità molto in voga nei '90s, consistente nei classici ritmi rallentati e opprimenti del Doom con una performance vocale prevalentemente o totalmente Growl. Combinazione forse operata per "svecchiare" dalla stasi il classico Doom settantiano e parteciparlo alla grande popolarità underground di cui in quel decennio godevano i principali sottogeneri del metal estremo (Death, Grind, Black). I finnici Hooded Menace esistono dal 2007 e sono la nuova creatura del chitarrista dei Phlegethon (una delle più putrescenti Death Metal bands finlandesi degli anni '90 del ventesimo secolo!). I nostri sono "pesantemente" influenzati da Candlemass e Cathedral, com'é ovvio, così come da gruppi dei '90s come Paradise Lost ed Asphyx. Questo "Ossuarium Silhouettes Unhallowed" è il quinto album della Minaccia Incappucciata, ed oltre ad avere una splendida copertina, non è per niente male. La tecnica dei musicisti è perfetta, la produzione è ottima e senza sbavature. Le composizioni sono solo sei, lunghe dai 10 minuti abbondanti ai 7 scarsi (se si eccettua la breve outro "Black Moss") per un totale di 41 minuti circa. Sono presenti tutti i chiché del genere: voce growl, tempi iper-rallentati con poche varianti, armonie chitarristiche tristi e malinconiche... e basta. Questo il ristretto cerchio di stilemi del genere in questione. Purtroppo, nonostante il pregevole lavoro compositivo e di produzione, non si può scappare da un limite di fondo a cui appartengono tutte le bands similari. Poiché si tratta di una caratteristica piuttosto limitante, insita nello stesso "sottogenere" che stiamo trattando. Intendiamoci: Harri Kuokkanen è un vocalist Death Metal perfetto.

Tuttavia, la voce growl è già monocorde per caratteristica insita, e se nel Death e nel Grind ha più ragione di esistere come contraltare a tanta energia e brutalità scaturite fuori da velocità di esecuzione elevatissime al limite dell'umano... in un contesto Doom iper-rallentato a lungo andare suona eccessivamente stanca e fuori luogo. Come ogni band influenzata dal Doom, anche il riff più pesante sconfina in atmosfere di tristezza e malinconia, mal riposte in performance vocali brutali ed anti-musicali come il growl, e bisognose invece di una certa quantità di melodia espressa dalla voce. Prendiamo come esempio passato gli storici Cathedral e vediamo che dopo un po' Lee Dorrian ha sentito necessità di iniziare a cantare più che a strillare. Oltretutto, ricordiamo anche la pietra miliare Doom di Paul Chain, quel capolavoro datato 1995 che risponde al nome di "Alkahest", il quale possiede dei riffs che più pesanti e brutali non si può (per quelle velocità), ma l'equilibrio presente nel disco è anche mantenuto dalla voce di Chain, quasi androgina, oltre che dello stesso Dorrian, che "canta" alla grande in quattro brani. Gli Hooded Menace hanno creato qualcosa di squisitamente manieristico, sfornando un album pesantemente radicato negli anni '90 del metal estremo. Quando ancora non c'erano contaminazioni melodiche nelle vocals ed esisteva solamente il growl nel cosiddetto Funeral Doom Metal. A loro il merito di aver rinverdito i fasti migliori del genere nella sua fase iniziale. Ovviamente, come all'epoca accadde che bands come Anathema e My Dying Bride introdussero nella loro musica sezioni orchestrali e di voce femminile, favorendo così la loro evoluzione artistica, si può presumere che vogliano in futuro fare così anche gli Hooded Menace... oppure si presuma che rimangano similari ad oggi, rimanendo nel settoriale e ad esclusivo appannaggio di quel pubblico che preferisce il linguaggio espressivo minimale. Non giudico di certo le loro intenzioni quali che siano, facessero come vogliono. Non cambieranno di certo per far piacere ad un umile recensore. Che tuttavia, deve fare il suo lavoro, e che più della sufficienza per una buona produzione e per un comunque buon gusto musicale da parte della band, non affibbia di certo. Ciao ciao. 

Voto: 6/10 

Alessio Secondini Morelli