RAINTIMES - Raintimes

Frontiers
Nato dichiaratamente come tributo ai The Storm, autori di due album monumentali nella prima metà degli anni Novanta, Raintimes è il monicker del “nuovo” progetto di Pierpaolo “Zorro” Monti. Le virgolette ci sono perché tutto è nato, in realtà, durante le session del debutto degli Shining Line, in particolare con l’opener “Forever Gone”. Da lì si è sviluppato un intero album, in equilibrio tra AOR e pomp rock, imperniato sul grande talento compositivo di Monti, sulle tastiere del suo partner in crimeDavide Barbieri (Wheels Of Fire, Charimng Grace) e sulla voce di Michael Shotton dei Von Groove – scelta, questa, particolarmente azzeccata. Tanto è vero che fin dall'inizio una traccia come Forever Gone, rappresenta un perfetto esempio di come si possa suonare con profitto un melodic rock di stampo americano in Italia in questo finale di 2017: un brano difficilmente criticabile nel suo genere, una piccola gemma godibile e scorrevole piazzata già all'alba di questo Raintimes. Le dolci chitarre suonate da Ivàn Gonzàlez e Sven Larsson introducono e sostengono la bella Make My Day, traccia che non si discosta particolarmente dalla precedente, ma che conferma i nostri su ottimi livelli e conferma altresì la notevole cura impiegata dai nostri per gli arrangiamenti.

Gli amanti del rock un po' più sostenuto troveranno comunque pane più saporito e morbido per i loro denti (o duro, a pensarci bene?) in Don't Ever Give Up, dove la prestazione dei due axemen alle sei corde è davvero notevole e l'interazione fra ottime linee vocali e strumenti tocca uno dei suoi apici. Una generosa dose di “zuccheri” addolcisce invece la suggestiva Swan, classico pezzo su cui tirar fuori gli accendini che ogni band di rock e melodico ha nella propria setlist; certo, questo è davvero ben riuscito! I Need Tonight presenta alcune delle migliori tastiere ascoltate finora, che sostengono a dovere le linee vocali come sempre impeccabili di Shotton. Raintimes è un intermezzo tastieristico che consente di tirare il fiato (benché non sia fra i più ispirati ascoltati ultimamente, va detto) in previsione di Just a Little Bit More, che vede la presenza di un musicista habitué della Frontiers quale Alessandro Del Vecchio quale tastierista aggiuntivo e backing vocalist; il pezzo in sé tuttavia non è memorabile o, quantomeno, non raggiunge i livelli davvero elevati toccati da buona parte delle tracce proposte finora dai Raintimes. Poco male, Empty Daysriporta i nostri su standard più che buoni anche e soprattutto grazie al singer, davvero un colpo azzeccatissimo da parte di Pierpaolo Monti e Davide Barbieri, come dimostra anche la sua prestazione su Together as Friends, forse la migliore dell'intero album. Per chiudere il disco, infine, i nostri ci offrono Missing Piece, brano AOR classico e la più melodica e lenta I See the Light, buonissima conclusione per un ottimo disco.Tanto è vero che,dal canto mio,ho scelto questo album nella mia top 10 annuale di Rock of Ages.Zorro ha ancora colpito nel segno con la sua immancabile Z!

Voto: 10/10

Bob Preda