MORBID ANGEL - Kingdoms Disdained

Silver Lining Music
I Morbid Angel rappresentano un caso più unico che raro nella storia della musica. Incarnano innanzitutto la Storia del Death Metal americano: nati nel 1984 (quando il genere era ancora in fase embrionale ed ufficialmente chiamato "Thrash" o "Black Metal"), coetanei di gente come Death, Possessed e Obituary, hanno vissuto sulla propria pelle la nascita, lo sviluppo underground e poi la diffusione nei circuiti "commerciali" della prima vera e propria ondata di metal estremo, esordendo ufficialmente nel 1989 con "Altars Of Madness", pietra miliare che ha cementato ufficialmente la codifica del genere Death Metal. Discograficamente attivi per tutti gli anni '90, dal secondo e altrettanto epocale album "Blessed Are The Sick" hanno avuto il pregio di trasformare il loro Death Metal in qualcosa di superiore tanto a livello tecnico-compositivo (ed artisticamente piuttosto elevato rispetto alla media) quanto a livello di produzione in studio. Rimanendo SANO E VERO DEATH METAL... e non è cosa da poco. Prima di loro infatti i pionieri del metal estremo usavano produzioni molto grezze e "rumorose", volutamente poco curate, in quanto era costume nella mentalità del primo Death-Grind dare a credere che la perizia tecnica è cosa secondaria rispetto alla brutalità. I floridiani sono riusciti invece nell'intento (all'epoca considerato impossibile) di dimostrare che una performance musicale selvaggia e brutale non stona con una tecnica altrettanto estrema... e con una solida evoluzione artistica. Trey Azagthoth, chitarrista solista portabandiera di tutte le line-up della band e principale compositore, oggi definito una sorta di Malmsteen del Death Metal, non ha mai nascosto il suo background di musica classica, tra l'altro. E la loro musica ha di sicuro influenzato parecchi gruppi che, dagli anni '90 in poi, hanno portato il metal estremo a livelli qualitativi eccellenti (At The Gates, Dissection, Dark Tranquillity). Ancora oggi, le nuove leve del Death (e secondo me anche tutte le bands dell'Extreme Metal, soprattutto nordeuropeo) debbono pagare un grosso tributo a Trey e compagni, i quali possono assurgere quasi allo status di "divinità" nell'ambito del metal estremo. Addirittura, sono sempre stati tra le poche Death bands americane apprezzate e non osteggiate dal fantomatico "inner circle black metal of norway". Detto questo... passiamo a parlare delle varie vicissitudini degli ultimi anni. La coerenza musicale è sempre stata preservata da Trey Azagthoth, che proprio per questo, dopo aver conosciuto il gran successo con il capolavoro "Covenant" e con il buon "Domination", ha dovuto subire la defezione dello storico bassista/cantante David Vincent (perso nelle sue elucubrazioni elettro-industriali coi Genitorturers), sostituito con il ragazzone di ferro Steve Tucker, il quale ha rinvigorito le file dei Morbid in maniera nobilissima, anche partecipando alla composizione dei brani. I tre dischi del post-Vincent rimangono molto equilibrati nel rapporto tecnica/brutalità, ma a parecchie persone non sono piaciuti (gli stessi signori che sono convinti che ogni band debba scomparire dopo i primi due-tre albums). Eppure nell'insieme i dischi da "Formula..." a "Heretic" non sono per nulla negativi, anzi sono molto apprezzabili (se si eccettuano alcuni intermezzi strumentali sintetizzati un po' superflui e prolissi dell'ultimo). Il brutto doveva ancora venire, tuttavia. Difatti, a un certo punto Vincent ritorna... ma dopo 9 anni di inspiegabile silenzio discografico, come si ripresentavano i Morbid Angel? Con lo "sperimentale" "Illud Divinum Insanus", uno scherzo di cattivo gusto, più che un album nuovo. Qualcosa di negativamente inverosimile, e di cui non voglio parlare per non farmi salire il sangue al cervello. Per fortuna, anche se 5/6 anni dopo, Trey mette le cose in chiaro, e di nuovo separa le strade artistiche con Vincent (che ora fa musica country, mah...) riprendendo Tucker e sfornando un album nuovo di zecca, dove... riprende esattamente da dove aveva interrotto 14 anni prima con "Heretic". Ma... senza alcun intermezzo "sinfonico" strano. Solo, un bell'album di Death Metal "superiore" (come a me piace tanto chiamare il LORO Death Metal) ma brutalissimo in quanto pieno zeppo di tempi complessi e tendenti al disparo, bordate ritmiche e brutalità a rotta di collo.

La produzione è al meglio che c'é, potente ma rifinita, come sempre ci hanno abituato, e le composizioni sono in equilibrio tra il meglio della brutalità tipica degli episodi migliori di "Gateway To Annihilation" (rimarrete appunto "annichiliti" fin dall'inizio con il bestiale attacco di ritmiche a mitraglia di "Piles Of Little Arms" e della seguente "D.E.A.D."), e brani più mosheggianti ma altrettanto heavy come "Garden Of Disdain", in cui alcune partiture ricordano la mitica "Where The Slime Live". Si continua con "The Righteous Voice" ed i suoi eccellenti blast-beats su tempo dodici ottavi (un'altro elemento tipico del loro sound, che ricorda la vecchia e sempre bella "Rebel Lands" da "Blessed Are The Sick") mentre... su "Architect Iconoclast" ci godiamo anche con grande piacere il particolare gusto e la buona personalità dell'attuale batterista Scott Fuller (che... no, mi spiace per tutti voi, non fa per nulla rimpiangere il comunque grandissimo e storico drummer Pete "sono-in-crisi-mistica" Sandoval). "Paradigms Warped" è un altro perfetto brano "Slow Death Metal", invenzione tutta dei Morbid Angel stessi (vale a dire brani dal ritmo lento e pesante ma spaventosi e brutali quanto quelli più tirati), e qui Tucker brilla particolarmente, sciorinandoci un growl della qualità migliore che ci sia, assieme anche ad una performance bassistica massiccia. Abbastanza variegata compositivamente è "The Pillars Crumbling", sempre basata sui ritmi tra il lento/pesante e il mosheggiante. Forse è un brano meno riuscito rispetto agli altri, ma non certo brutto. Ancora un bel ritmo blast-beat "swingato" per la brutale "For No Master", altro brano secondario ma tutto sommato carino. "Declaring New Law (Secret Hell)" contiene un assolo di chitarra di gusto relativamente melodico suonato dall'ospite Dan Vadim Von, collaboratore "telematico" di vecchia data in quanto creatore del sito internet sui Morbid Angel, e in questo brano i vecchi M.A. rispuntano fuori a spaventare con un'atmosfera da Grandi Antichi lovecraftiani, rappresentata da una ritmica monotona e mitragliosa su ritmo moderato. Echi dei migliori dischi passati sono anche nella ritmicamente cangiante "From The Hands Of Kings" e nella sparatissima "The Fall Of Idols", che conclude un album della miglior tradizione Death Metal. Che dire... l'impressione globale è che le persone cambiano. Il genio di Trey fu coadiuvato in maniera ottima da David Vincent fino ad una certa annata... poi la divisione artistica fu inevitabile. Come necessario fu l'avvento di Steve Tucker per fare tre dischi ottimi e artisticamente coerenti col passato. Forse ciò fu dimenticato con il passare degli anni, e l'esperimento del ritorno di Vincent invece si è rivelato pesantemente nocivo, ed allora si è tornati sul sicuro. Il disco è davvero di ottima fattura. Tucker è ancora oggi il degno coadiuvatore artistico di Azagthoth, quanto Vincent fino al 1995. Concludendo, in passato ho letto parecchie recensioni che recitavano frasi finali del tipo "dopo oltre 20 anni di attività discografica non possiamo certo chieder loro impossibili sperimentazioni", beh mi sento di adottare questa frase stavolta, ma arricchendola con "...dato che abbiamo ben visto cosa accadrebbe" (ogni riferimento a "Illud..." è puramente voluto). Nulla da fare: i Morbid Angel sono e rimangono la tradizione ancora ben viva del Death Metal, ed ancora oggi dimostrano di essere vivi e vegeti. Facciamone tesoro e supportiamoli, dimentichiamoci del precendente "scherzo" e ricordiamoci sempre di ciò che hanno rappresentato ed ancora oggi storicamente rappresentano. COME FORTH ANCIENT ONES!!! 

Voto: 9/10 

Alessio Secondini Morelli