DUSTIN BEHM - The Beyond

Rockshots
Dustin Behm è un giovane shredder virtuoso proveniente da Portland, Oregon. Influenzato dai giganti dello shredding e del metal come Satriani, Darrell e James Murphy, ha frequentato il GIT da allievo prediletto di gente come Paul Gilbert e Scott Henderson. A sua volta Dustin è anche insegnante di chitarra (le sue lezioni tenute in Italia sono state impartite in coppia con il nostro super-virtuoso "spaziale" Gianluca Ferro). Dopo una necessaria gavetta in molte bands esordienti, il nostro fonda la sua attuale Prog Metal band, gli Increate. Ma siccome l'inverno rigido dell'Oregon non ti permette tanto di uscire di casa... costretto nella sua stanzetta il nostro non trova meglio da fare che... produrre il suo esordio da solista intitolato "The Beyond". Concentrato esplosivo con frotte di scale zeppe di note profuse alla velocità della luce, ricche di dissonanze e fraseggi jazz ultra-velocizzati (prima influenza evidente è di sicuro Allan Holdsworth), su ritmiche pesantissime ed intricate di crossover/techno-thrash in stile Meshuggah (altra evidente influenza di Dustin). Se dal punto di vista tecnico tutto è assolutamente ineccepibile... a livello compositivo c'é sicuramente qualcosa che non quadra. Il fatto è che tra tante cascate di note, ritmiche al cardiopalma e dissonanze jazz che si rincorrono, si fa fatica a distinguere un brano dall'altro. Sono tutti ultratecnici, tanto nella ritmica quanto nei solo. Ma forse il nostro buon Dusty si dimentica spesso una componente importante in materia musicale.

La melodia. Certo non è vietato costruire un album sullo scontro di suoni tipico della dodecafonia e delle dissonanze jazz all'interno di vertiginose scale shredding... purtuttavia, a lungo andare l'attenzione dell'ascoltatore è volta altrove. Vi sono un paio di chicche un po' più sofisticate dove qualche fraseggio accattivante si distingue un po' di più, ad esempio "Genesis" e "Rituals", nonché la finale "Towers Of Glass", gradevole e placida quanto fin troppo breve nei suoi 2 minuti e mezzo. Siamo sicuri che la melodia sia in siffatta misura puramente accessoria in un disco di chitarra? Mmmmh non la penso così. Dirò una castroneria, ma accanto alla tecnica spettacolare messa in bell'evidenza di fronte a tutti (e di "Virtuoso" vecchi e nuovi continua a pullulare il mondo) sono ancora convinto che si debba prestare la giusta attenzione all'idea musicale. Un plauso al "concept" di cui è intriso quest'album, dedicato alla passione di Dusty per i classici Horror movies degli anni '70 e '80 (e bella è la copertina, scelta da Dustin soprattutto perché raffigura una scena di un sogno che fece da bambino, anche se l'artista non ne era consapevole quando creò l'illustrazione). Il disco viene considerato un "viaggio progressivo ed oscuro attraverso strani mondi paranormali", e forse sarebbe una buona colonna sonora chitarristica per serie TV come "Strange Things": questa credo sia una cosa che valga la pena di sperimentare. Del resto, di sicuro quest'album è un ottimo manuale di tecnica shredding aggiornato alle ultime "scoperte", e farà la felicità del pubblico settoriale, oltre che di tutti i giovani e giovanissimi studenti che stanno apprendendo le tecniche della chitarra shredding. Esorterei il nostro Dustin nelle sue prossime prove a pensare più ad una solida impalcatura compositiva dei brani e ad una giusta quantità di costrutti melodici. 

Voto: 6/10 

Alessio Secondini Morelli