DAVID GILMOUR - Live At Pompeii

Columbia
Per scrivere questa recensione, mi ero riproposto di non parlare dei Pink Floyd, di focalizzarmi solamente sull'operato attuale del loro "mitico" chitarrista solista (sono oltre 28 anni che uso questa espressione con lui essendo anch'io chitarrista), David Gilmour. Principalmente perché troppo è stato detto e scritto della band madre e solo chi abita su Marte non sa chi sono i Pink Floyd e ci siamo tutti stancati di veder scritte le stesse cose ecc.ecc. Ma... come si fa? Nell'arco di tre decenni la band madre ha lasciato il suo segno in tutta la cultura occidentale. Psichedelia nella fase iniziale, improvvisazioni "cosmiche" e sontuose "suites" nei primi anni '70, concept albums ambiziosi ed estremamente popolari nel resto dello stesso decennio. Gilmour in tutto questo può essere considerato principalmente un buon strumentista e vocalist, che non ha mai evitato di profondere la sua perizia ed il suo cuore di musicista negli albums che hanno fatto la fama e la leggenda dei Floyd. Può essere anche considerato un discreto co-autore delle musiche... laddove la leadership compositiva e concettuale è sempre stata di Roger Waters. E sempre in tutto questo, gli assoli dei migliori dischi dei Floyd hanno fatto storia, sono oggi studiati dai musicologi, insegnati nelle aule didattiche... poi David ha deciso di raccogliere i frutti di tutto il suo lavoro comunque notevole negli anni passati, riformando la band daccapo senza Waters a cavallo tra gli '80 e i '90, con un nutrito gruppo di turnisti e Wright e Mason di nuovo al loro posto... e con un paio di albums dalla produzione piuttosto sontuosa, la cui qualità è apprezzabile nonostante i trascorsi "storici" siano ben più epocali, e le cui vendite hanno permesso a lui ed agli altri due superstiti di tenere tournée mondiali da sold-out... Ed ora? Altri anni sono passati. La band madre non può più esistere. Wright è deceduto nel 2009 (e il fondatore Barrett tre anni prima, senza che nessuno se ne accorgesse), Roger Waters è oggi solista (e non più detentore del nome della band), Nick Mason ha altri interessi più "automobilistici" a cui pensare, tutti quanti non hanno ancora finito di guadagnare per le vendite di "The Dark Side Of The Moon"... e alla musica, chi ci pensa? Voglio dire, alla dimensione musicale più vicina agli anni d'oro del quartetto, al Rock anni '70 venato di Prog e Psichedelia, alle chitarre vibranti e suonate con l'anima Blues, alla musica "spaziale" e rilassante sui 4/4 lenti che hanno fatto epoca, chi ci pensa? L'unico che ci può ancora pensare, per quanto oggi gli sia possibile. David. Con il suo inimitabile stile chitarristico fatto di note singole dilatate in bending e vibrato, che fa mandare in visibilio ancora oggi tutti gli shredders per quanto possa essere considerato espressivo solo con tre o quattro note di pentatonica in una battuta. Voglio dire, gli anni passano per tutti, e per una ragione o per un'altra David non sforna di certo dischi a ritmo di uno all'anno. Ma passati i 70 di età, il nostro ancora non appende la chitarra al chiodo. Vuole suonare. Sente di voler continuare a passare la sua musica/arte anche alle nuove generazioni. Certo, la qualità dei suoi più recenti album solistici ("On An Island", "Rattle That Lock"), nonostante siano parecchio curati, sarà sicuramente oggetto di giudizi altamente contrastanti, ma lui dalla sua casa/studio galleggiante sul Tamigi non si cura dei giudizi della gente. Tanto ad ogni nuovo album fa sempre seguito un tour. Nei primi anni '70 i Floyd avevano girato un film in cui suonavano (senza pubblico) nell'anfiteatro di Pompeii. Questo avveniva appena prima del loro primo grande successo mondiale "The Dark Side Of The Moon". Ora, David Gilmour è stato nominato cittadino onorario della storica località campana. Qual migliore celebrazione se non un mega-concertone in pompa magna nello stesso anfiteatro, poi riproposto in toto in formato video e audio (doppio CD e doppio DVD)?

Vi liquido subito i dati tecnici: più due 2 ore e mezza di concerto con una backing band composta da turnisti al massimo delle aspettative, brani tratti dagli ultimi due albums solisti, inframmezzati da classici dei Pink Floyd degli anni '70 eseguiti in maniera del tutto simile alle versioni dei tour di "Momentary Lapse Of Reason" e "The Division Bell"... non disdegnando neppure alcuni dei brani di questi stessi due albums (gli albums dell'era Gilmour, appunto), una chitarra solista enorme, dal suono vibrante, dilatato sul resto della band... come nello strumentale "5 A.M." tratto da "Rattle...". Scenari sontuosi, tantissimo pubblico, tanti classici, tantissima gente esultante sui classici con i quali è cresciuta, qualità audio/video perfetta... tutto ciò, può essere anche considerato una grossa operazione commerciale. L'ennesima in forma di un live. Ma prima di pensare a ciò, consideriamo che questo ulteriore live con scaletta similare agli ultimi tour (ricordiamo i live albums "Delicate Sound Of Thunder" e "Pulse" coi Floyd e "Live In Gdańsk" da solista) dev'esser considerato prima di tutto una celebrazione. Una conseguenza dell'attestato di stima che la città di Pompei ha deciso di attribuire a colui che è stato il leader dell'ultima incarnazione dei Pink Floyd. Stabilito questo... possiamo anche aggiungere un paio di giudizi più sullo specifico. Ad esempio, che generalmente le pur godibili composizioni degli ultimi albums solisti non reggono il confronto con i classici (ma credo sia una cosa normalissima); che "The Great Gig In the Sky" eseguita in questo modo è quasi un affronto (parti corali armoniche "stilizzate" al posto della inimitabile ed emotivamente toccante esecuzione originale di Clare Torry); che "Comfortably Numb" e "Run Like Hell" contengono i medesimi "annacquamenti" degli ultimi live dei Pink Floyd che ne rendono chilometriche le rispettive durate; che è estremamente divertente ascoltare il pubblico mentre esulta non appena inizia il rumore del registratore di cassa di "Money" oppure i rumori della radio che introducono "Wish You Were Here" o ancora gli orologi di "Time" (ciò attesta che oramai il marchio dei Floyd è impresso a fuoco nella cultura occidentale e non si cancella neppure con il Mastro Lindo!); che è una graditissima sorpresa la versione qui presente di "Fat Old Sun", brano composto e cantato da Gilmour per "Atom Heart Mother"... e alla fine di tutto ciò, però, uniamoci alla celebrazione. Chi non vuol perdersi nulla di Pink Floyd e derivati e chi è un attempato (o meno) fan accanito del David Gilmour chitarrista, di sicuro comprando questo doppio album/doppio DVD live si troverà difronte un sontuoso concerto celebrativo racchiuso in un prodotto fonografico perfettamente confezionato. Agli altri dirò: comprate, ascoltate, guardate attentamente, perché anche se non siamo più in epoca Prog/Psichedelica, la musica dei Floyd e la chitarra di Gilmour sono sempre user-friendy per tutti. Non vi è gap generazionale che tenga. Ancora oggi, più la chitarra di Gilmour continua a suonare, più si sviluppano i neuroni di chi ascolta. Soprattutto in confronto con parecchia roba che esce oggi nel mondo della musica Pop. E non credo di essere l'unico che la pensa così, dato che oggi dischi come "The Dark Side Of The Moon" vendono più dei dischi delle bands esordienti... quindi, approfittatene! 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli