CYHRA - Letters to Myself

Spinefarm
Per tutti coloro che hanno già ascoltati i pezzi e la musica dei componenti di questa “New” band, possono già capire l’enorme aspettativa del lavoro che recensiamo. Parliamo di musicisti dalla portata Di Peter Iwers o Jesper Strömblad, basterebbero questi nomi per chiamarli “superband”, con l’album d’esordio i Cyhra, ci propongono un lavoro seppur semplice e lineare, di ottima qualità con tracce all’insegna dell’omogeneità. “Letters to Myself”, pubblicato il 20 ottobre da Spinefarm Records e registrato presso i Top Floor Studios a Goteborg, presenta una variante ordinaria dell’Alternative Metal, con influssi Power, una sorta di Modern Pop-Metal comunque. Anche se il platter non si propone in realtà di sconvolgere più di tanto l’ascoltatore, fa presa sull’orecchiabilità dei pezzi che possono tranquillamente diventare hit da radio in breve tempo, questo è un punto forte, il modo diretto con cui si propongono. Tutti i brani vanno dai 3 ai 5 minuti e tutto si sviluppa attorno alla base di chitarra melodica con riff pesanti e importanti, atmosfera potente e adrenalinica, alcuni pezzi sicuramente emergono e ne fanno la fortuna dell’album. Il primo pezzo “Karma” è già uno dei pezzo forti, mette in mostra con tutta la forza la parte elettronica dell’album, un ritornello potentissimo, vi è un gran lavoro fatto dalle chitarre su un’atmosfera creata dalle tastiere, il tema della canzone è il passato, un passato da lasciare alla spalle per proseguire e snodare il blocco sul presente. Carismatico è “Heartrage”, che prosegue sulla stessa linea tenendo alzata l’asta del piacevole ascolto, cambia i tempi e risalta l’ottima parte vocale che si alterna al coro.

La prima parte del disco merita attenzione, arriva “Here To Save You” che non si risparmia di mostrare l’anima pop del lavoro, pronta per diventare un’ottima hit rapisce all’istante e coinvolge. Intro maestosa per “Muted Life” che si trasforma più volte, forte la presenza delle tastiere che fanno il grosso. Misterioso e soffuso “Closure” si snoda in modo meno originale, ma il facile ascolto si accompagna ad una buona melodia. Uno dei capitoli più avvincenti è sicuramente la title track che arriva a metà album, punti forti il cantato emozionante che interpreta quasi teatralmente e in modo drammatico, il brano aggiunge pathos in un crescendo evidente con i minuti che scorrono , davvero bello. “Dark Clarity” è particolare tende a cambiare il copione così come “Holding Your Breathe” pur mantenendo intatto lo stile musicale la sperimentazione riguarda il vocalist e le tecniche adoperate per catturare chi ascolta. Delicato “Rescue Rude” non alza quasi mai i toni e cela la parte più dark con una sensazione oscura e continua con“Black Wings”, la parte conclusiva da deliziarsi. Uno dei miei preferiti “Inside a Lullaby”, la ballad immancabile che ci fa vedere quanto può essere calda e potente la voce del singer, fa quasi tutto e si prende quasi tutto, coinvolgente . Chiude il tutto “Dead to Me” che come se non bastasse a tutto ciò che abbiamo ascoltato aggiunge anche il tocco rap, sembra non mancare proprio nulla a questo disco. Anche se si propone come album di debutto è chiaro che chi vi milita non è un principiante, evidente nella sezione ritmica nel cantato nella cura nei dettagli in ogni aspetto a dire il vero e si propone come l’incipit di un percorso che promette grandi cose nonché emozioni importanti. Auguri e in bocca al lupo Swedish Boys! 

Voto: 8/10 

Angelica Grippa