CHASTAIN - We Bleed Metal 17

Pure Steel
Sulle prime ho pensato ad uno scherzo. Recensire come nuovo un album che ha già 2 anni di vita. E perché? Poi ho scoperto l'inghippo. Il grande shredder americano di fama ottantiana David T. Chastain, ha sì ritrovato da qualche anno il grande affiatamento musicale con la mitica Metal Queen Leather Leone (per il sottoscritto una delle voci più grandi del metal, femminile e non femminile), la quale è stata per troppi anni missing in action (pare sia tornata a cantare per un desiderio espresso in punto di morte dal suo grande e longevo amico Ronnie James Dio), e recentemente tornata sulle scene prima con un disco per lo Sledge-Leather Project, messo su con la batterista Sledge, sua compagna di band nelle Malibu Barbie... e poi di nuovo con il mentore Chastain nel classico, mitico gruppo metal che porta il nome del chitarrista in questione. Assieme i due hanno sfornato due begli albums foderati di puro metallo, di cui appunto "We Bleed Metal" del 2015 è il secondo. Cosa è accaduto nel 2017? E' presto detto. Quel folle genio di David T. Chastain ha preso l'album in questione, "manieristicamente" basato sulla miglior tradizione del metal/epic/power shredding-eggiante con cui i Chastain acquisirono la loro popolarità negli '80s, e lo ha spogliato di tutti gli strumenti tranne le parti di batteria e l'infuocata performance vocale di Leather... e da lì, ha iniziato a realizzare tutto un altro album. Nuove parti di chitarra e basso, titoli di canzoni totalmente o parzialmente cambiati ("Don't Trust Tomorrow" ad esempio, diventa "I Live For Today"), nuovi riffs, nuovi solos, a volte diametralmente differenti dalla versione "classica" dell'album. Una produzione forse un po' più piatta, quasi a livello di rough mix, ma molto, molto più verace. Il tutto credo sia però puramente voluto. Le versioni alternative delle composizioni hanno molto più il gusto della jam-session, a volte per certi riffs si respirano atmosfere Hard settantiane!

Pare che il caro David non abbia voluto incidere i solos in separata sede dalle ritmiche, e qua e là si trovano anche dei gustosissimi licks che contrappuntano le vocals. In un certo senso, una soluzione molto più "bluesy"... sempre però sulla caratura della preparazione tecnica del prode David T. Chastain. Beh, sapete che vi dico? Il risultato, con tutti i suoi limiti, dovuti, ripeto, il più delle volte al rough mix un po' piatto di un album metal, è davvero carino. Ma a patto che lo si prenda... per null'altro che per quello che è. Una variazione sul tema di un classico album dei Chastain (voglio dire "classico" anche nell'accezione della musica, trattandosi sempre di un disco almeno parzialmente shredding-oriented). E poi... non pensiate che l'energia metallica manchi. C'é eccome, tutta sparata dritta in faccia all'ascoltatore. Solo... molto meno "prodotta" e più viscerale. Ovviamente, pensate prima a comperare la versione originale dell'album. E dopo averlo assimilato per bene, godetevi questa variante "jam-sessionistica", "hard" "bluesy" e selvaggia. AH caro David, mi sei sempre andato a genio, ma una sperimentazione di questo tipo non te l'avevo MAI vista fare prima. Mi hai davvero sorpreso. Essendo la prima recensione che faccio sui Chastain, muoio dalla voglia di dire: a Leather, bentornata, di cuore. Ti voglio tanto bene. E a David, vai alla grande e continua così. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli