ALDO TAGLIAPIETRA - Invisibili Realtà

Self
Son passati già otto anni dal doloroso split tra Aldo Tagliapietra ed i suoi ex-compagni delle Orme ma il cantante/bassista veneziano non è certo stato con le mani in mano, dando seguito ad una carriera solista diventata ormai rilevante. Nel 2011 un unplugged e subito dopo, nel 2012 e nel 2013, ben due album in studio (rispettivamente Nella Pietra E Nel Vento e L’Angelo Rinchiuso), frutto di un irrequietezza compositiva che il nostro non era riuscito a dar sfogo nella band madre. Invisibili Realtà esce quindi dopo quattro anni ed è, a ragion veduta, un album più meditato e che non sarebbe mai stato pubblicato se l’autore fosse stato imbrigliato nei canoni compositivo-esecutivi della band madre. Nove i brani che lo compongono (l’ultimo in elenco, Invisibili Realtà, strumentale), interamente composti da Aldo, che questa volta ha deciso di lasciare il basso nelle mani del fidato Andrea Ghion per concentrarsi sull’esecuzione vocale, concedendosi comunque l’uso del suo splendido sitar in Radici.

Da questo fatto scaturiscono una serie di considerazioni: la prima è che il livello d’introspezione, su questo disco, è altissimo e nasce dall’esigenza di raccontare l’esperienza di una vita intera, con la malinconia di chi non si riconosce nella frenesia e nella confusione dei nostri tempi e con la consapevolezza che, come dice l’artista in un intervista, il più è stato fatto. Allo stesso tempo si evince, sempre nelle liriche, una serenità frutto della forte spiritualità che ha sempre dato forza all’arte di Tagliapietra. Le armonie vocali, vuoi per la timbica del tutto personale ed unica, vuoi la modalità di scrittura, confermano ancora una volta quanto Aldo fosse parte essenziale delle Orme e quanto questi ultimi abbiano perso, pur continuando l’attività con decoro e professionalità. Gli arrangiamenti, curati totalmente dalla band che lo accompagna ormai da anni (oltre al sopracitato Ghion ricordiamo Andrea De Nardi alle tastiere, Matteo Ballarin alle chitarre, Manuel Smaniotto alla batteria) sono funzionali alla pulsione espressiva dell’autore e disegnano atmosfere eteree, luminose, senza indugiare in virtuosismi che distolgano l’ascoltatore da un ascolto necessariamente concentrato, per compenetrarsi appieno con la musica contenuta nel disco. Si fanno comunque notare Siamo Nel Cielo, che ci riporta per qualche minuto ai tempi di Felona E Sorona con suoi spunti strumentali puramente prog e la successiva E’ La Vita, con un apertura finale elettrica dal sapore new prog ottantiano. Un lavoro di notevole qualità, come pochi, davvero. Ma non avevamo dubbi… 

Voto:  9/10 

Salvatore Mazzarella